Ecco 10 film imperdibili di Monica Vitti; un’attrice iconica che con la sua bellezza e la sua bravura ha segnato la storia del cinema
Nata come Maria Luisa Ceciarelli, Monica Vitti – che scelse il suo nome d’arte prendendo metà del cognome della madre, Vittiglia, e il nome dal personaggio di un libro che stava leggendo – è sempre stata un’attrice versatile e sorprendente, perfetta sia per il cinema esistenziale di Michelangelo Antonioni (al quale è stata anche legata sentimentalmente), sia per la commedia, alla quale passò grazie all’intuizione di Mario Monicelli che la volle per il ruolo di Assunta Patané ne La ragazza con la pistola.
Venne poi il sodalizio con Alberto Sordi, ma Monica Vitti fu diretta anche da Luis Buñuel ne Il fantasma della libertà (1974) e, nel 1978, da Eduardo De Filippo nella commedia per la televisione Il cilindro.
Quanto alla vita sentimentale, oltre ad Antonioni, è stata legata a il direttore della fotografia, e poi regista, Carlo Di Palma, che l’ha diretta in tre film negli anni settanta, e con il fotografo di scena e regista Roberto Russo, che ha sposato il 28 settembre 2000. Ecco che abbiamo deciso di ripercorrere la sua carriera straordinaria attraverso 10 tra i migliori film di Monica Vitti.
I film imperdibili della diva italiana Monica Vitti
Non si può che iniziare da L’avventura (1960), il primo film di Monica Vitti con Michelangelo Antonioni, non solo per il film in sé, ma anche come primo tassello della Trilogia dell’incomunicabilità o Trilogia esistenziale, proseguita poi con La notte e L’eclissi (tetralogia se includiamo Il Deserto Rosso).
Ne L’avventura Monica Vitti è Claudia, una delle amiche di Anna, una giovane donna che scompare durante la gita su un’isola. Claudia comincia a cercare Anna insieme a Sandro, il compagno della ragazza scomparsa. Ma, man mano che passano i giorni, l’interesse per la ragazza scompare, e tra Sandro e Claudia nasce un’attrazione, un sentimento. Quando la loro sembra una coppia consolidata, però, Sandro sembra concedersi un’altra “avventura“, ma Claudia, innamorata, accetterà la cosa.
È un film che dà inizio al sodalizio tra la Vitti e Antonioni, ma che è avventuroso anche nella produzione, cinque mesi in giro per la Sicilia tra violenti temporali, produttori che scompaiono e scioperi della troupe.
Mi fanno male i capelli è la frase iconica rimasta nella storia del cinema e che dà il senso de Deserto rosso, il quarto film di Monica Vitti con Michelangelo Antonioni (nonché il primo a colori del regista!).
È una frase che trasmette un profondo disagio esistenziale, un sentire un male così forte che sembra arrivare fino ai capelli, dove normalmente non lo si prova.
Monica Vitti dà il volto, il corpo, l’anima a Giuliana, moglie di un industriale perennemente assente, una donna che vive un profondo disagio e un senso di inadeguatezza che la spingono anche a tentare il suicidio. Giuliana sembra avvicinarsi a Corrado, un amico del marito, ma anche questa relazione non sembra guarire il suo male di vivere, che è l’incapacità di adattarsi a un contesto, a un intero mondo a cui sente di non appartenere.
La storia è ambientata in una Ravenna alienata e alienante, se si esclude il racconto che Giuliana fa al figlio, girato in Sardegna: Monica Vitti riesce a farci capire come sia la donna la creatura più sensibile e quella più esposta ai cambiamenti di un mondo che va sempre più verso il consumismo e l’impersonalità.
La ragazza con la pistola (1968) è un punto di svolta nella carriera di Monica Vitti: diretta da Mario Monicelli, l’attrice dimostra di saper toccare altri registri, quelli della commedia, e da quel momento sarà proprio questo il terreno di gioco della famosa attrice.
La ragazza con la pistola è un film molto moderno, un antesignano dei revenge movie al femminile di oggi. Nel film di Monicelli Monica Vitti è Assunta Patanè, una ragazza che viene rapita e sedotta da un uomo in una masserizia della Sicilia. Il giorno dopo si risveglia e scopre che l’uomo è scappato in Gran Bretagna per evitare il matrimonio. Così decide di inseguirlo fin lì per ucciderlo e lavare l’onta subita. Ma l’esito della sua missione sarà sorprendente.
Dramma della gelosia – tutti i particolari in cronaca (1970) vede Monica Vitti diretta da Ettore Scola e affiancata da due mostri sacri del cinema nostrano: Marcello Mastroianni e Giancarlo Giannini.
Monica Vitti è Adelaide, una ragazza che si trova al centro di un triangolo amoroso tra Oreste (Mastroianni), muratore maturo, e Nello (Giannini) un giovane pizzaiolo. La storia si apre con un processo, non si sa per che reato fino alla fine del film, e viaggia a ritroso fino all’inizio della storia, quello in cui Adelaide Ciafrocchi, fioraia che ha un banco al cimitero del Verano di Roma, incontra Oreste.
Sullo sfondo le manifestazioni del PCI, l’Italia del Boom e le sue costruzioni, la subcultura fatta di fotoromanzi e canzoni popolari, e quella cronaca scandalistica che il titolo richiama, il tutto mescolato in una sceneggiatura con battute sagaci, nel filone della migliore Commedia all’Italiana.
Con Teresa la ladra (1973) inizia il sodalizio artistico (anche sentimentale) con Carlo Di Palma, direttore della fotografia passato poi alla regia.
Teresa la ladra è tratto dal romanzo di Dacia Maraini Memorie di una ladra ed è ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale: Teresa, orfana di madre e figlia di un contadino manesco, diventa poi vedova in seguito alla guerra, e madre sempre alla ricerca di nuovi lavori per sopravvivere, come rubare.
Monica Vitti interpreta con passione una donna fragile, simbolo di tante donne che, in un mondo di uomini reso ancor più duro dalla guerra, finivano per essere delle vittime predestinate.
Sodalizio Sordi e Vitti, Anatra all’Arancia e altri film
Un’intera generazione ha conosciuto Monica Vitti grazie ai film insieme ad Alberto Sordi: il duo Sordi & Vitti è stato un sodalizio che ha fatto la storia del cinema popolare in Italia ed è iniziato nel 1969 con Amore mio aiutami, scritto e diretto da Alberto Sordi.
Ma uno dei film più famosi e riusciti della coppia è Polvere di stelle, del 1973, in cui, accanto a Monica Vitti, Sordi è ancora una volta protagonista e regista.
Polvere di stelle ci porta indietro nel tempo, in un mondo che ci appare magico: quello dell’avanspettacolo. Sordi e la Vitti sono Mimmo Adami e Dea Dani, capocomico e soubrette della Compagnia grandi spettacoli Dani Adami che sta vivendo un momento difficile, nella Roma occupata dai nazisti del 1943.
Mimmo e Dea, allora, accettano l’unico ingaggio che si presenta loro, quello di una tournee in Abruzzo, una regione tormentata dai bombardamenti.
Quella tournee si tramuta in un’Odissea, tra teatri vuoti in cui gli attori vengono derisi e espedienti per sbarcare il lunario. Ed è solo l’inizio. Monica Vitti in Polvere di stelle dimostra anche di saper cantare e ballare, oltre che farci ridere e farci piangere.
È da questo film che è tratta la canzone cult Ma ‘ndo Hawaii (“Ma ‘ndo vai se la banana non ce l’hai? Bella hawaiana attacchete a ‘sta banana“), scritta dai due attori insieme a Piero Piccioni e diventata un classico.
A mezzanotte va la ronda del piacere, del 1975, diretto da Marcello Fondato, è l’occasione per rivedere Monica Vitti insieme a Giancarlo Giannini, ma anche a Renato Pozzetto, Vittorio Gassman e Claudia Cardinale.
Il titolo del film viene dal testo di una canzone, Il tango delle capinere di Gabrè. Nel film Monica Vitti è Tina, una popolana accusata di aver ucciso il marito Gino (Giannini), con cui aveva vissuto un amore tormentato ma molto forte.
La sua storia si incrocia con quella di Gabriella (Claudia Cardinale) che fa parte della giuria popolare al processo. Il film fu un grande successo di pubblico nel 1975, con un incasso di quattro miliardi di lire.
L’anatra all’arancia, del 1975, porta Monica Vitti nel mondo di Luciano Salce e verso una comicità più spiccata, per una classica commedia degli equivoci. L’anatra all’arancia è tratta dall’omonimo lavoro teatrale di William Douglas-Home e Marc-Gilbert Sauvajon. Accanto a Monica Vitti ci sono Ugo Tognazzi e Barbara Bouchet.
Tognazzi e la Vitti sono Livio e Lisa Stefani, una coppia sposata e in crisi. Lei è innamorata di un francese, Jean-Claude, e progetta di andare a vivere in Francia.
Lui è geloso, ma adotta una tattica sottile: le propone un ultimo weekend al mare, invitando anche Jean-Claude, di cui dice di voler diventare amico. Ma serve un’altra ragazza anche per Livio, e allora lui porta la sua segretaria, Patty (Bouchet), detta Pigna Secca… Ne esce un gioco di frecciate e ripicche, in cui Monica Vitti è bravissima nel tratteggiare una donna ardente di gelosia costretta a mostrare un certo contegno. Tutto questo mentre Livio sta per servire il suo piatto forte, l’anatra all’arancia, arricchito da un ingrediente potentemente afrodisiaco, il piticarmo.
Siamo ormai negli anni Ottanta, e Monica Vitti è una star della commedia. In Non ti conosco più amore, del 1980, è diretta da Sergio Corbucci, e recita accanto a Johnny Dorelli e Gigi Proietti.
Il film è il remake di un film degli anni Trenta, Non ti conosco più con Vittorio De Sica ed Elsa Merlini. Monica Vitti è Luisa, la moglie dell’avvocato Malpieri (Dorelli). Il loro è un matrimonio tranquillo, fino a quando, una sera, tornata a casa e trovando il marito sotto la doccia, non lo riconosce e lo accusa di essere un maniaco sessuale. E chiama la polizia. Lo psichiatra (Proietti) che dovrebbe prendere in cura l’avvocato capisce che ad avere qualche problema è Luisa. Ma le cose si complicano ulteriormente.
Infine, Io so che tu sai che io so, del 1982, vede ancora insieme Alberto Sordi e Monica Vitti ancora diretti dal primo: il film è uno dei grandi successi commerciali dei due attori.
Siamo tra la commedia degli equivoci, il giallo e il film drammatico: Sordi e la Vitti sono Fabio e Livia Bonetti, una coppia felicemente sposata, che ha anche una figlia. La loro vita scorre monotona fino a che lui scopre che Livia è stata pedinata per giorni, e fotografata, da un investigatore privato.
Fabio scopre che c’è stato un equivoco, uno scambio di persona: a essere pedinata, in realtà, doveva essere l’inquilina del piano di sopra, la moglie di un influente politico. La cosa sembra tranquillizzare Fabio. Ma non accade altrettanto a Livia. I tempi recitativi e la chimica tra Alberto Sordi e Monica Vitti ha ormai raggiunto la perfezione, per un film che è diventato un classico amatissimo.