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Certificato di malattia: attenzione al temine per inviarlo, tanti finiscono nei guai

Se sei un lavoratore dipendente non puoi non conoscere questo dettaglio sul certificato di malattia: attento, sbagliano tutti

In questo periodo, sono moltissimi i lavoratori e le lavoratrici che si trovano costretti a casa, a fare i conti con l’influenza. Nonostante il Covid-19 sia ancora in giro, parallelamente stanno circolando altri virus para-influenzali che stanno mettendo in ginocchio tantissime persone, con febbre molto alta e sintomi anche parecchio invalidanti. Ecco però cosa bisogna sapere sul certificato di malattia da inviare al lavoro.

Attenzione al termine per l’invio del certificato di malattia: sbagliano tutti (retidedalus.it)

Il certificato di malattia altro non è che un documento che certifica la condizione di salute e quindi l’impossibilità a svolgere le normali funzioni lavorative. Si tratta di un documento ufficiale con il quale si giustifica l’assenza da scuola o dal posto di lavoro e viene rilasciato dal medico di medicina generale, il quale specificherà anche la quantità di giorni necessari per la ripresa totale dalla malattia. Ecco però qualche dettaglio in più: non potrai più sbagliare.

Quando consegnare il certificato di malattia: ecco le tempistiche

Quando si decide di rimanere a casa dal lavoro a causa di un’indisposizione fisica, si ha una quantità di tempo limitata per inviare il certificato di malattia. Nello specifico, questo è da identificare nelle 48 ore iniziali del periodo di permanenza a casa: non appena ci si sente male e si decide di prendersi qualche giorno per sé, è necessario contattare subito il medico e fargli compilare il certificato, quindi invitarlo di inviarlo telematicamente all’INPS. Una volta fatto ciò, il medico deve poi anche consegnare una copia cartacea del certificato anche al paziente.

Quando consegnare il certificato di malattia: non superare questo tempo (retididedalus.it)

Nel caso in cui entro le prime 48 ore non venga inviato e quindi ricevuto il certificato di malattia, il lavoratore potrebbe perdere alcuni benefici come, ad esempio, l’indennità giornaliera per malattia o la copertura assicurativa sul lavoro. Inoltre, viene a sottrarsi anche il trattamento retributivo dell’INPS e, nei casi più gravi, l’azienda potrebbe pensare anche all’ipotesi di licenziamento.

Nel caso in cui il certificato medico venga emesso il giorno successivo a quello nel quale ci si è ammalati e quindi si è rimasti a casa dal lavoro, l’INPS vuole che sul documento sia riportata la dicitura: “Dichiara di essere ammalato dal…“, seguita dalla data del primo giorno in cui si è rimasti a casa perché infermi.

Giulia Belotti

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