Un esperto ha svelato le sei domande da non fare mai durante un colloquio perché potrebbero rovinare il rapporto con il datore di lavoro.
Non è mai facile affrontare un colloquio: l’ansia potrebbe giocare brutti scherzi e far sì che i candidati pongano domande indiscrete al datore di lavoro. Non deve poi mai mancare la prontezza di risposta dinanzi ai quesiti che vengono posti durante l’intervista.
Al candidato è consigliato anche mostrare interesse nei confronti della posizione per cui si sta facendo il colloquio, attraverso domande mirate e oculate. A tal riguardo, un consulente per il lavoro ha rivelato le sei domande che gli intervistati dovrebbero sempre evitare di porre alla fine di un colloquio.
Robbie Bryant, esperto di carriera e formazione dell’Open Study College, ha condiviso le sei domande da evitare nel momento in cui si affronta un colloquio. L’esperto ha anche rivelato le frasi da rivolgere per colpire il datore di lavoro. I candidati non dovrebbero mai chiedere al datore cosa cerca in un candidato o come lo può stupire. Al contrario, suggerisce di chiedere qualcosa di più specifico inerente alle responsabilità che si troverà ad affrontare. In questo modo dimostrerà anche un maggiore interesse e conoscenza.
Mai chiedere se si può lavorare da casa: nonostante molte azienda offrano l’opportunità di smart working o lavoro ibrido, mostrare sin da subito la propensione a questa modalità, non è mai raccomandato. “Può sembrare come se il candidato non sia felice di spostarsi o lavorare di persona – il che, se richiesto dall’azienda, potrebbe limitare le tue possibilità di successo. Dipende tutto dal modo in cui viene formulata la domanda“.
L’esperto consiglia di chiedere informazioni sui momenti sociali dell’azienda, sui programmi settimanali o qualsiasi altra curiosità sul lavoro in ufficio. Il candidato non dovrebbe mostrarsi troppo interessato nel sapere cosa gli può offrire l’azienda. A tal riguardo, è consigliato invece domandare in generale di quale politiche aziendali vanno fieri, in modo tale da capire in maniera indiretta i vantaggi che si possono avere lavorando in quel ruolo.
Poi parlare di stipendio non è mai raccomandato. Anche se la retribuzione è importante, Robbie ha detto che le domande sulla retribuzione è meglio farle dopo il colloquio, magari in ulteriori fasi di incontro. Successivamente l’esperto mette in allerta i candidati consigliando di non porre mai la domanda del perché dovrebbe lavorare per lui.
Inoltre nelle fasi iniziali è raccomandato mostrare un atteggiamento appassionato, dunque mai domandare a che ora termina il turno di lavoro. Il quesito potrebbe lasciar intendere che ci sia una mancanza di interesse. Invece si potrebbe chiedere quali sono gli aspetti che i dipendenti apprezzano di più dell’azienda.
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