Quando si parla di disabilità oltre alla 104, c’è anche la Legge 170. Purtroppo in pochi ne conoscono e quindi non ne approfittano: le ultime.
La legge 104 non è l’unica che tutela tutti i soggetti affetti da disabilità, visto che esiste anche la Legge 170, anche se in pochi ne approfittano. Questa, nel dettaglio, può essere sfruttata da coloro che affrontano dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), come la dislessia, la disgrafia, la discalculia e la disortografia.
Grazie a questa normativa in vigore da 12 anni è stato possibile aprire a delle misure a favore degli studenti con DSA. Ma in molti non sanno quando effettivamente possa essere attuato questo riconoscimento dei diritti. A condurre un’indagine a riguardo ci ha pensato l’Associazione Italiana Dislessia (AID) ha cercato di rispondere a questa domanda, coinvolgendo studenti, genitori e docenti in un questionario. Le risposte sottolineano la percezioni degli insegnanti e quella di studenti e genitori. La percentuale di studenti affetti da DSA è notevole.
Infatti costituiscono il 5,4% della popolazione scolastica italiana, pari a 326.548 bambini e ragazzi dalla primaria alla secondaria di secondo grado. L’AID ha ricevuto oltre 10.000 risposte al questionario, distribuite tra 802 studenti, 2.375 genitori e 6.630 docenti. Va notato che si tratta di un sondaggio qualitativo e non scientifico, teso a esplorare la percezione degli intervistati. Una delle rilevazioni più significative è che oltre un terzo dei genitori (35%) e degli studenti (36%) ritiene che i docenti non abbiano una conoscenza adeguata dei DSA. In tal senso potrebbe portare tornare molto utile sfruttare la Legge 170.
La Legge 8 ottobre 2010, n. 170 riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, denominati “DSA” . Secondo l’ultima ricerca un punto critico emerso riguarda proprio l’identificazione precoce dei DSA. I genitori lamentano un’insufficiente attenzione della scuola nel rilevare segnali di rischio nei bambini più piccoli e nella comunicazione tempestiva con le famiglie.
La tempestiva identificazione è cruciale per avviare interventi di supporto prima della diagnosi. Mentre per quanto riguarda il Piano Didattico Personalizzato, le risposte dei genitori indicano che viene redatto nella quasi totalità dei casi (97%) e risulta coerente con le indicazioni della diagnosi per l’83,3%.
Allo stesso tempo le famiglie lamentano un coinvolgimento insufficiente nella stesura del documento e ritardo nei tempi previsti dalla legge. Sui temi degli strumenti compensativi, emerge un divario tra la percezione degli studenti e quella degli insegnanti. Mentre quasi due terzi degli studenti dichiara che il PDP non è sempre rispettato nel percorso scolastico, il 50% afferma di avere accesso agli strumenti compensativi richiesti. Il 53% degli studenti afferma di non aver mai o quasi mai ricevuto aiuto dai docenti nell’utilizzo di tali strumenti.
Mentre per quanto riguarda il livello emotivo e relazionale il 75% degli studenti ha rivelato di sentirsi diverso dagli altri e poco accolto in classe, mentre oltre il 60% afferma di aver ricevuto voti inferiori a causa dell’utilizzo degli strumenti compensativi. Le risposte dei docenti riflettono una maggiore consapevolezza e impegno nei confronti dei DSA. La maggior parte degli insegnanti sostiene di affiancare gli studenti nell’uso degli strumenti compensativi.
Sempre i docenti affianca gli studenti nella didattica, ma solo il 28% dichiara di trovare sempre nelle certificazioni cliniche le indicazioni necessarie per stendere il PDP. La ricerca quindi sottolinea luci ed ombre nell’applicazione della Legge 170/2010. Gli insegnanti sono pronti ad avere una maggiore consapevolezza e adesione alle normative. L’Aid ha quindi sottolineato la necessità di un maggiore dialogo tra scuola e famiglie, auspicando la creazione di un Osservatorio nazionale sull’applicazione della legge 170/2010 per garantire delle correzioni a riguardo.
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