Salis: la famiglia ha scelto di querelare Matteo Salvini per diffamazione
La famiglia Salis ha deciso di querelare Matteo Salvini, Giuseppe Brindisi e Alessandro Sallusti per diffamazione
Mentre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni riceve rassicurazioni sulle condizioni di Ilaria Salis direttamente dal primo ministro ungherese Viktor Orban a Bruxelles, arrivano in Italia le dichiarazioni del padre della detenuta, Roberto Salis: “Ci faremo dare opportuna procura da Ilaria perché, a seguito delle dichiarazione lesive della sua reputazione per quanto riguarda il presunto assalto al chiosco della Lega a Monza, abbiamo deciso di querelare Matteo Salvini per diffamazione”.
La famiglia Salis querela il vicepremier Salvini e non solo
“Da genitore capisco l’ansia e anche alcune dichiarazioni originali del padre di Ilaria Salis, Roberto. È giusto che il governo sia impegnato con tutte le forze per tutelare la ragazza e ne auspico la completa e rapida assoluzione. Ribadisco, però, che Ilaria Salis è stata bloccata con un manganello e in compagnia di un estremista: in caso di condanna per violenze, a mio modo di vedere, l’opportunità che entri in classe per educare e crescere bambini è nulla”. Così il Vicepremier e Ministro Matteo Salvini.
Hanno fatto rumore dunque le parole del ministro dei Trasporti e vicepremier che aveva dichiarato “sorprendente” il fatto che la donna, in carcere a Budapest con l’accusa di aver aggredito due militanti di estrema destra, “sia stata presente in occasione di manifestazioni violente”.
Il riferimento era all’episodio del febbraio 2017, nel quale – a detta della Lega sui social – Salis avrebbe partecipato all’aggressione a due militanti leghiste a Monza. Episodio sul quale è intervenuto subito il legale della donna, Eugenio Losco, che ha chiarito: “Sul caso che ha citato Salvini, c’è una sentenza di assoluzione, quindi sono tutte imprecisioni e tutte falsità”.
Il legale aggiunge: “Ilaria è stata assolta per non aver commesso il fatto, la Lega di Monza si poteva costituire parte civile nel processo e non lo ha fatto”. Salvini aveva detto inoltre pubblicamente che Salis, se colpevole, “non può fare la maestra”.
Sul lavoro della 39enne detenuta a Budapest interviene anche “Tuttoscuola”: “Ilaria Salis non lavora come maestra in una scuola primaria, mentre ha svolto delle supplenze brevi in una scuola secondaria di primo grado, ovvero alla scuola media, come docente di Lettere. E non è neanche un’insegnante precaria con contratto annuale (fino al termine delle lezioni o fino al 31 agosto), ma ha fatto supplenze occasionali fino all’anno scorso”.
Secondo la testata che si occupa di scuola: “Il ministro può dormire sonni tranquilli: la militante antifascista di Monza, infatti, si è laureata in Lettere e ha solo svolto saltuariamente qualche supplenza alle medie”.
Nel mirino di Salis è finita, in particolare, la puntata del 31 gennaio di Diario del giorno, condotto su Rete4 da Giuseppe Brindisi, alla quale è intervenuto in collegamento anche il direttore del Giornale Alessandro Sallusti.
“Abbiamo denunciato questo caso per primi, la pensiamo nella maniera più lontana possibile da Ilaria Salis, ma quello che sta succedendo lì è inaccettabile”, ha premesso Sallusti. “Nel merito cosa è successo non lo so, ci saranno giudici che lo stabiliranno”, ha aggiunto, sottolineando però, a proposito delle manifestazioni a Budapest, che “il gruppo con il quale la ragazza era lì non è un gruppo di boyscout, dediti alla libertà o alla difesa di alcuni valori, ma era stato più volte accusato di azioni terroristiche”.
Parole che avevano suscitato l’immediata reazione di Roberto Salis: “Interrompetelo o me ne vado”, ha detto a più riprese “Dovreste dire a quella specie di direttore di far vedere l’articolo che ha pubblicato oggi”.
E poi, rivolto a Sallusti: “Lo faccia vedere, vergogna. Ne risponderà davanti ai miei avvocati”. Brindisi ha tentato di riportare le parti a “un dialogo civile”, ribadendo che per Ilaria «la cosa importante è ottenere un giusto processo e una giusta detenzione”.
“Stiamo chiedendo di verificare il rispetto dei diritti” di Ilaria Salis. Quello con le manette “è un trattamento riservato in diversi Stati occidentali, noi non lo facciamo. Sin dall’ inizio il governo ha fornito tutta l’ assistenza possibile”, così la premier Meloni al termine del Consiglio europeo “Anche in Ungheria c’è l’autonomia dei giudici e i governi non entrano nei processi” ma “quello di cui ho parlato col primo ministro ungherese Orban” è “che venga riservato un trattamento di dignità, rispetto e un giusto processo”.
“Dobbiamo garantire che ai nostri connazionali venga riservato un trattamento di dignità e rispetto – ha proseguito Meloni – un giusto processo, mi permetto di dire anche un veloce processo, ma al momento né io né Orban possiamo entrare nel giudizio perché compete alla magistratura
Questa mattina davanti all’ambasciata ungherese a Roma qualche decina di persone, con alcuni parlamentari dell’opposizione, si sono trovate per un presidio pacifico per chiedere giustizia per Ilaria Salis.