Esistono delle limitazioni del lavoro anche quando sei pensionato. Ecco perché l’Inps ha multato questo anziano italiano.
Quando pensiamo al momento in cui si ha la possibilità di andare finalmente in pensione, vengono in mente scene di relax e distensione.
Tutto fuorché lavoro, insomma. Ma spesso non è così. A volte anche chi ha iniziato a percepire il fatidico assegno riesce comunque ad avere la voglia di continuare con una mansione; tuttavia esistono dei limiti importanti di cui tener conto. In questo articolo spieghiamo perché un uomo è stato multato dall’Inps per 20.000 euro.
Non tutti possono lavorare dopo la pensione: INPS multa pesantemente un anziano
La storia di un uomo multato dall’Inps dopo aver fatto un lavoro occasionale dopo la pensione ha dell’incredibile. Un anziano ha infatti deciso di dedicarsi al mondo della recitazione, facendo la comparsa in un film. Per quella prestazione attoriale ha poi ricevuto un compenso di 77 euro. Una cifra esigua che, però, lo ha fatto trovare nei guai con l’Inps, che ha deciso di multarlo. Questo per via di Quota 100 e dei regolamenti ben precisi della norma, che hanno portato ad una multa salatissima: ben 19mila euro.
Secondo le normative previste, il cittadino che ha lavorato per 77 euro per una singola comparsa dovrà restituire il denaro ricevuto dagli assegni previdenziali nei mesi precedenti. Inoltre, sono stati tagliati cinque mesi della pensione. L’uomo era andato in pensione cinque anni fa, dopo aver lavorato in un’azienda di commercio di termoidraulica. Tuttavia, l’Inps ha bussato alla sua porta dopo che il pensionato a lavorato come comparsa cinematografica in un singolo film, per una retribuzione di 77 euro.
La vicenda ha dell’assurdo, ma è proprio quello che è successo all’uomo, il quale ha deciso di fare ricorso contro la decisione. La questione ha a che fare con il divieto di cumulo di reddito tra pensione e lavoro dipendente. Chi è andato in pensione con Quota 100, infatti, non ha la possibilità di svolgere altre attività da dipendente. Le norme permettono solo di ricevere dei guadagni da lavoro autonomo, ma comunque entro la soglia minima di 5mila euro lordi annui.
Dunque sono bastati pochi soldi per far scattare l‘incredibile cavillo previsto dalla norma. Ora il pensionato si troverà a dover pagare un avvocato per difendersi e cercare di ribaltare la decisione dell’Inps. Sarà infatti compito del giudice stabilire se la decisione presa è irreversibile o se si può cercare una sorta di compromesso per ripristinare l’assegno pensionistico dell’uomo.