L’Inps ha fornito un aggiornamento in merito ai nuovi importi degli ammortizzatori sociali: ecco quali saranno le cifre corrisposte nel 2024
Dalla NASpI alla DIS-COLL, dalla CIGO alla CIGS passando per l’Alas, l’ISCRO e la CISOA fino all’assegno di integrazione salariale. Sono tanti gli ammortizzatori sociali previsti per i lavoratori di diverse categorie e con diverse forme di contrattualizzazione, nel caso di perdita di lavoro.
Ci si può trovare nel caso di disoccupazione involontaria o nel contesto della cassa integrazione ed in ogni casistica, nel rispetto dei requisiti, vengono erogati specifiche somme di denaro i cui massimali possono essere annualmente soggetti a modifiche. A tal proposito, per il 2024 l’Inps ha fornito tutti i nuovi importi che, pertanto, non potranno essere superati. Analizziamo dunque lo scenario.
I tetti degli ammortizzatori sociali sono cambiati in seguito all’incremento dell’inflazione registrata nel corso del 2023 e, per il 2024, varieranno ulteriormente in seguito al primo dato del +5,54% recentemente comunicato. I dettagli sono riportati nella circolare numero 25 del 2024 nella quale sono riportati tutti i nuovi parametri di riferimento per ogni specifico ammortizzatore sociale.
Per quanto riguarda la NASpI e la DIS-COLL, ad esempio, grazie agli aumenti l’importo massimo lordo può arrivare ad un mensile di 1.550,42 euro. La NASpI, ricordiamo, si ottiene andando a sommare gli imponibili previdenziali dell’ultimo quadriennio per poi dividere il risultato per le effettive settimane di contribuzione; infine bisognerà moltiplicare il risultato per 4,33.
Per quanto riguarda il 2024 inoltre, l’indennità sarà il 75% di 1.425,21 euro qualora il totale sia pari o inferiore ad esso mentre nel caso sia superiore andrà aggiunto anche il 25% della differenza tra questo valore ed il massimale previsto. Anche Dis-Coll (che riguarda gli iscritti alla gestione separata) e Alas, l’assegno di disoccupazione per gli autonomi dello spettacolo nota dal 2024 come nuova indennità di discontinuità, i valori sono i medesimi.
Esiste poi l’Iscro, indennità straordinaria di continuità reddituale ed operativa rivolta alle partite iva iscritte alla gestione separata. In questo caso il minimo è pari a 250 euro ed il massimo a 800 euro mensili con reddito dichiarato nell’anno precedente non superiore a 12mila euro. Passando alle varie forme di cassa integrazione, in caso di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa per i motivi indicati dalla legge, l’integrazione al reddito può raggiungere l’80% dell’ultimo stipendio con massimale di 1.391,89 euro al mese lordi, pari a 1.311,56 euro netti tolta la trattenuta prevista del 5,84%.
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