Cultura

Depressione, una malattia che può uccidere: i campanelli d’allarme da non sottovalutare

Attenzione ai campanelli d’allarme che possono indicare la presenza di un quadro clinico depressivo: come riconoscerli per tempo.

La depressione è una malattia terribile e non si finirà mai di dirlo. Una ricerca canadese apparsa sulla prestigiosa rivista medica The Lancet ha mostrato che una depressione cronica non trattata per anni può alterare in maniera permanente il cervello.

Depressione, i segnali d’allarme per riconoscerla in tempo – retididedalus.it

Una scoperta che ribadisce una volta di più l’importanza di riconoscere e diagnosticare in tempo la depressione dopo che questa è insorta. Riconoscere e trattare subito la depressione permette di affrontarla con un minore dispendio di risorse e di disagio, oltre che di imbastire un trattamento di durata più breve.

Ma quali sono i “campanelli d’allarme” da non sottovalutare e che devono far sospettare la possibile presenza della depressione? Posto che è sempre meglio rivolgersi subito a un professionista del settore, ecco alcuni segnali che possono orientarci verso la richiesta d’aiuto.

Depressione, i campanelli d’allarme a cui prestare attenzione

La depressione ha uno stretto collegamento col tono dell’umore, una relazione espressa a livello popolare con espressioni colloquiali come “sentirsi giù”, “sentirsi tanto triste”, “non ho voglia di fare nulla”. Naturalmente non basta – e meno male – sentirsi giù d’umore per essere depressi. I momenti di sconforto fanno parte della nostra esperienza di vita ma non per questo rappresentano una forma di depressione.

Attenzione a non confondere la semplice tristezza passeggera con una forma seria di depressione – retididedalus.it

È vero però che le variazioni umorali, con le normali fluttuazioni che tutti conosciamo, possono a volte “bloccarsi” su un tono dell’umore che diventa cronicamente basso. Può succedere in momenti particolarmente difficili a casa, sul lavoro o a scuola, quando diversi fattori stressanti si combinano mettendo a dura prova le nostre capacità di affrontare le tensioni della vita. 

Si produce così uno stato emotivo che ci porta a perdere energia, spinta e motivazione a fare qualunque cosa. Quando questo stato emotivo perdura può scattare il circolo vizioso della depressione. In sostanza lo schema è questo: più ci sentiamo giù, più abbiamo la tendenza a evitare le situazioni che sono per noi fonte di piacere e di incentivo. Ecco quando preoccuparsi:

  • Tono dell’umore cronicamente basso: ci sentiamo sempre più preda della tristezza e della mancanza di energia.
  • Compromissione del normale funzionamento sociale e lavorativo: non rendiamo più al meglio nel lavoro e nelle relazioni.
  • Tendenza a disinvestire dalle attività che prima ci procuravano piacere ed incentivo: come detto tendiamo ad evitare quello che ci dà gioia e ci stimola.

Ma non solo: in concomitanza possono presentarsi anche altri indicatori da considerare a loro volta alla stregua di campanelli d’allarme. Parliamo della difficoltà a concentrarsi, ma anche delle alterazioni del sonno, dell’appetito e della libido sessuale. Infine ci sono anche il rallentamento o l’agitazione psicomotoria. 

Emiliano Fumaneri

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