Un ematologo ha provato a fornire qualche dettaglio in più sulla malattia che ha colpito Giovanni Allevi. Ecco di cosa si tratta.
Giovanni Allevi ha emozionato tutti durante questa edizione del Festival di Sanremo. Il suo discorso è stato davvero toccante. Ha chiamato in causa argomenti profondi, in grado di far riflettere. Il musicista, purtroppo, è stato colpito da una grave malattia. Si tratta del mieloma multiplo, un tumore che colpisce il midollo osseo.
Le cure lo hanno costretto a mettere in pausa il suo lavoro e a prendersi un lungo periodo di riposo. La sua presenza all’Ariston era volta a lanciare un messaggio di speranza. L’ematologo Claudio Cerchione ha provato a fare chiarezza su questa patologia e sulle reali possibilità di cura.
Il monologo di Giovanni Allevi non è passato inosservato. Al contrario, a detta di molti, può essere descritto come uno dei momenti più emozionanti del Festival di Sanremo 2024. Ha spostato l’attenzione su un argomento spesso trascurato. Ha parlato della malattia, degli insegnamenti ricevuti e del suo lungo periodo di pausa. Non si è abbandonato a inutili sentimentalismi, ma ha preferito concentrarsi sulla nuova versione di se stesso.
L’ematologo parla del tumore di Giovanni Allevi – (IG @giovanniallevi) – retididedalus.itIl mieloma multiplo è un tumore maligno legato al midollo osseo. Alcune cellule anomale iniziano a riprodursi senza sosta, andando a danneggiare la normale produzione di sangue e le ossa. I sintomi possono essere molto dolorosi e si può controllare senza le cure del caso. Claudio Cerchione, nei panni di ematologo, ha cercato di fornire qualche informazione in più ai microfoni di Cityrumors.it.
Purtroppo, non è possibile guarire completamente da questa malattia. Le cure sono volte alla sua cronicizzazione in modo tale che i pazienti possano continuare a vivere e a svolgere le loro attività. La medicina, nel corso degli ultimi anni, ha fatto passi da giganti.
La chemioterapia non è più necessaria per questo tipo di tumore: “Esistono farmaci che danno ottimi percentuali di risposta e periodi di remissione molto lunghi“. Ritiene che, nelle fasi iniziali, l’impatto psicologico sia davvero severo. Non si tratta di una diagnosi facile da accettare. Ci vuole tempo per tornare alla routine di tutti i giorni: “Poi razionalizzi e inizi a vivere una nuova vita, fatta di affetti e lavoro e anche di terapia e controlli“.
Stando alle sue parole, le terapie sono continuative. Il paziente non può interromperle anche se, con il passare dei mesi, è possibile attuare dei protocolli meno pesanti. Ovviamente, la situazione cambia in presenza di effetti collaterali gravi: “Occorre un controllo continuo della malattia“.
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