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Alzheimer, il campanello d’allarme ignorato da tutti: ha spesso un esordio subdolo

La malattia di Alzheimer comincia in maniera silenziosa ma ci sono dei segnali che non dovremmo sottovalutare.

Le malattie degenerative del cervello sono oggetto di molti studi di ricerca negli ultimi anni, la scienza non è ancora riuscita a trovare soluzioni anche se sono stati fatti grandi passi avanti con nuove tecnologie per la diagnosi e soprattutto con farmaci che rallentano l processi degenerativi. L’Alzheimer è una di queste e chi ha visto da vicino questa malattia sa quanto sia terribile; la persona lentamente perde le sue facoltà fino a non essere in grado di gestirsi autonomamente.

Alzheimer: se hai certi campanelli d’allarme è meglio sottoporsi d una visita-retididedalus.it

Il morbo di Alzheimer prende il nome dallo psichiatra e neuropatologo che ne scoprì le caratteristiche ai primi del novecento. Studiò il cervello di una donna morta che durante la malattia presentava sintomi particolari: perdita di memoria, problemi di linguaggio e comportamento imprevedibile. Alois Alzheimer scoprì che il cervello della donna aveva quello che oggi conosciamo come gomitoli neurofibrillari, le placche ameloidi che adesso sappiamo determinano la malattia.

Scopriamo insieme quali sono i segnali che non dovremmo sottovalutare riguardanti l’Alzheimer

L’Alzheimer è una malattia subdola ed arriva ad essere riconoscibile quando è già in stato avanzato; questa malattia degenerativa non ha una cura risolutiva ma dopo tutti gli studi e la ricerca scientifica che è stata fatta , c’è la possibilità di rallentare il decorso attraverso dei farmaci e di diagnosticarla precocemente. La diagnosi precoce è l’arma più importante contro questa malattia, se diagnosticata subito si può correre ai ripari e la vita del malato sarà decisamente migliore.

Impara a riconoscere certi segnali: l’Alzheimer deve essere diagnosticato in fase iniziale-retididedalus.it

Se abbiamo una familiarità, è bene parlarne con il medico e sottoporsi a dei test specifici; molto importante è non sottovalutare quindi i piccoli segnali che questa malattia ci porta; all’inizio sono veramente minimi ma piano piano diventano sempre più importanti.

Non bisogna confondere però con alcuni sintomi che potrebbero essere solo segnali dell’età che avanza: il nostro cervello a 50 anni non ha la stessa efficienza che a 20 anni. Se dimentichiamo un compleanno o non sappiamo dove abbiamo messo gli occhiali non abbiamo necessariamente l’Alzheimer.

Ci sono invece segnali più importanti: se a volte siamo disorientati, non riconosciamo una strada che percorriamo abitualmente, mettiamo gli oggetti in posti inconsueti, facciamo a volte fatica ad esprimere un concetto, le parole ci mancano oppure stentiamo ad orientarci nel tempo facciamo attenzione!

Questi segnali sono un po’ più specifici di quelli che potremmo avere invecchiando o in una situazione di forte stress, vale la pena quindi sottoporli al proprio medico che deciderà magari di farci fare degli esami o di prenotarci una visita con un neurologo. Insomma non sottovalutiamo mai ma non facciamo neanche autodiagnosi, serve sempre un medico per questo.

Diana Martinese

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