Scopriamo cosa si intende per riposo compensativo, quando il lavoratore ne ha diritto e come incide sulla busta paga.
Il riposo compensativo è una sorta di premio concesso al dipendente che ha lavorato durante una giornata festiva. Uno scambio di giorni di attività che ha rilevanza in busta paga.
Durante le giornate di festa il dipendente non lavora (ad eccezione dei contratti in cui sono previste turnazioni e giorni di lavoro differenti da quelli festivi) ma riceve comunque la retribuzione. Se la festività viene lavorata al lavoratore spetta non solo lo stipendio mensile ma anche la normale retribuzione oraria/giornaliera maggiorata dell’importo dello straordinario festivo se non sono previsi riposi compensativi oppure solo la maggiorazione per lavoro festivo qualora si preveda il riposo compensativo in un’altra giornata.
Sarà l’azienda a stabilire la tipologia di trattamento da riconoscere ai dipendenti. In generale, però, la fonte del diritto al riposo è disciplinata dal DL 66/2003. L’articolo 5, nello specifico, sancisce che i contratti collettivi possano prevedere i riposi compensativi in alternativa o in aggiunta alle maggiorazioni retributiva, Entriamo più nei dettagli.
Il riposo compensativo può maturare se il dipendente non ha fruito della giornata di riposo settimanale oppure se il dipendente lavora nei giorni festivi qualora il CCNL preveda l’uso dei riposi compensativi o se il lavoratore presta lavoro straordinario. Il riposo compensativo, dunque, è un premio per aver lavorato durante una giornata di festa oppure per aver svolto un orario notturno o straordinari.
La maggiorazione è stabilita dal contratto collettivo. All’azienda conviene il riposo rispetto allo straordinario festivo. Ponendo il caso di un impiegato con retribuzione fissa mensile di 1.650 euro lordi, ad esempio, la maggiorazione con riposo compensativo è del 10% mentre quella per lo straordinario festivo del 55%. Il recupero dovrà essere fissato in un’altra giornata.
Ogni condizione, come detto, dovrà essere inserita nel contratto di lavoro. Durante il rapporto, poi, il datore di lavoro dovrà chiedere al dipendente – preferibilmente in forma scritta – il consenso per lo svolgimento dell’attività nel giorno festivo. La normativa non dà indicazioni in riferimento alle tempistiche del preavviso che sarà determinato dalle esigenze aziendali.
Da dire anche che il riposo compensativo matura ogni qualvolta il dipendente non fruisca della giornata di riposo settimanale con stacco di 24 ore consecutive dopo un periodo di lavoro continuato di sei giorni. In caso di lavoro prestato nel settimo giorno senza riposo compensativo il dipendente ha diritto alla retribuzione, alle maggiorazioni e al risarcimento danni.
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