La storia del cinema è costellata di film andati perduti per un motivo o per un altro. Ecco quali sono i casi più incredibili
Nei primi anni del ‘900 sono stati tantissimi i film, tra cui grandissime opere e cult, che per un motivo o per un altro sono andati perduti. Ci sono molteplici motivazioni dietro questo cambiamento, che vanno dalla percezione passata del Cinema alla composizione elementare delle pellicole stesse. Per buona parte dei suoi primi anni di esistenza, il Cinema non fu riconosciuto come un’arte, ma piuttosto come un semplice prodotto commerciale. Di conseguenza, non c’era alcun incentivo per preservare le pellicole. Solo negli anni Trenta, con l’evoluzione di una maggiore sensibilità artistica, cominciarono a sorgere le prime cineteche, e quest’interesse si consolidò ulteriormente grazie all’entusiasmo dei movimenti come le Nouvelles Vagues. Vediamo quali sono le pellicole più andate perdute.
Negli anni di esordio del cinema la maggior parte dei film girati erano muti. E sono proprio queste tipologie di pellicole ad essere state perdute per la maggior parte.
Il periodo d’oro del cinema muto si estese dagli anni Dieci fino alla fine degli anni Venti del Novecento. Durante questo periodo, i film privi di sonoro, spesso accompagnati da musiche eseguite dal vivo, cedettero il passo a quelli con audio integrato e dialoghi. In quel tempo, negli Stati Uniti, leader dell’industria cinematografica, furono prodotti complessivamente 10.919 film muti tra il 1912 e il 1929. Tuttavia, tre quarti di questi sono andati perduti. Questo avvenne sia a causa della delicatezza delle prime pellicole, sia perché il cinema non veniva considerato un’arte da preservare.
Gli Stati Uniti, in particolare Hollywood, emersero come il fulcro dell’industria cinematografica già dagli anni Dieci. Durante il tardo Ottocento e l’inizio del Novecento, negli Stati Uniti furono prodotti circa il 35% dei film muti totali, seguiti da Regno Unito, Francia, Germania e Italia, che contribuirono con circa mille film, tra corti e lungometraggi. Nel 1915, ad esempio, uscì “Nascita di una nazione” (The Birth of a Nation), diretto da David Wark Griffith, uno dei capolavori dei primi anni del cinema, ma anche noto per la sua controversa rappresentazione razzista. Nel 1917, quasi mille film vennero distribuiti solo negli Stati Uniti. Si stima che verso la metà degli anni Venti il cinema fosse così popolare da registrare in media 46 milioni di spettatori alla settimana in tutto il paese, che all’epoca contava circa 116 milioni di abitanti.
Un’indagine condotta nel 2013 dalla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti ha rivelato che solo un po’ più di un quarto dei film muti realizzati negli Stati Uniti (2.750) è sopravvissuto fino ai giorni nostri, presenti in forma completa, in lingua straniera o in copie di bassa qualità. Altri 562 film sono reperibili, ma sono incompleti, con una o più bobine mancanti o solo alcuni fotogrammi conservati. Si stima che circa il 70% dei film muti sia andato completamente perduto, probabilmente già nei primi anni successivi alla loro distribuzione: molti sono stati distrutti, smarriti o conservati in modo errato, forse nascosti in qualche luogo.
Tra questi film, molti sono sconosciuti oggi o noti solo agli esperti del settore. Tuttavia, tra quelli perduti, ci sono diversi titoli di grande rilevanza per la storia del cinema. Cerchiamo quindi di organizzare questa strana storia del non-cinema, almeno per quanto riguarda le pellicole di cui sono rimaste tracce: esistono infatti film smarriti, pellicole distrutte o non distribuite, opere soltanto concepite o appena avviate. Ecco quali sono le più importanti.
Del rinomato autore di “The Birth of a Nation” mancano cinque film, distribuiti negli anni Dieci, che vantano la presenza di alcune delle attrici e degli attori più celebri del periodo, tra cui Mary Pickford, Lillian Gish e Rodolfo Valentino.
Anche la maggior parte dei risultati della proficua collaborazione tra il regista Thomas H. Ince e Mary Pickford sono andati perduti, con più di dieci film realizzati nei primi anni del decennio scomparsi.
Anche quattro pellicole dirette da un altro precursore nella storia del cinema, Edwin S. Porter, hanno subito lo stesso destino: si tratta di “Hearts Adrift” e “Such a Little Queen”, entrambi con Mary Pickford, “The Crucible” e “The Eternal City”, girato in larga parte a Roma.
Di più di 40 film muti realizzati tra il 1914 e il 1926 dall’attrice Theda Bara, spesso considerata una delle prime “sex symbol” del cinema americano, quasi tutti sono andati perduti. La maggior parte di essi è stata vittima di un incendio che si è verificato nel luglio del 1937 nei magazzini della 20th Century Fox, dove erano archiviati. Esattamente per Theda Bara era stato concepito il ruolo principale ne La regina di Saba, un film ormai perduto, ma celebre per i suoi costumi estremamente audaci. Questi costumi lasciano il passo alla nudità in un altro film non più disponibile, La figlia degli Dei, noto soprattutto per una scena di nudo della protagonista Annette Kellerman.
Numerosi registi di spicco del panorama cinematografico sono stati colpiti dalla perdita delle proprie opere, da Fritz Lang al pluripremiato John Ford, da Cecil B. DeMille a Howard Hawks, da Jean Renoir a Josef von Sternberg.
Tuttavia, non tutti rimarranno afflitti dalla scomparsa delle loro pellicole: Frank Capra descriverà il suo “Per l’amore di Mike” come “appena sette rulli di film mediocre”, mentre Alfred Hitchcock userà parole simili per la sua unica pellicola perduta. Oltre al suo incompiuto “Number 13”, il suo primissimo lavoro, il regista britannico vedrà svanire anche “The Mountain Eagle”, del 1926, successivamente definito “un brutto film” durante una conversazione con François Truffaut.
Scomparsi o distrutti per ragioni sconosciute sono due film che hanno trionfato agli Oscar: “Nel gorgo del peccato” del 1927, per la sua interpretazione principale, e “Lo zar folle” del 1928, per la sceneggiatura (oltre ad altre quattro candidature).
Negli anni Venti, nella storia cinematografica, si registra anche la perdita dell’unico film smarrito di Stanlio e Ollio, “Giù i cappelli“, uno dei casi più noti di film non più disponibili. Del 1927 è “Il fantasma del castello“, un horror con l’iconico Leon Chaney nei panni del vampiro e dell’investigatore, diretto da Tod Browning.
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