Cultura

Fabrizio De André, 10 canzoni per (ri)scoprire lo straordinario cantautore

Vediamo quali sono le canzoni assolutamente da ascoltare di uno dei cantautori italiani più famosi di sempre: Fabrizio De André

Fabrizio De André è stato uno dei più grandi poeti italiani degli anni ’60 e ’70, dando vita ad alcune delle composizioni più belle e importanti nel panorama della canzone d’autore del nostro Paese. La sua presenza ha segnato una svolta nella musica italiana, fondendo la tradizione popolare con testi poetici e sofisticati, spesso caratterizzati da una scomoda verità. Andiamo alla scoperta delle sue canzoni più belle, cercando di fornire una guida e un’ispirazione alle persone che non conoscono le canzoni di uno dei cantautori italiani più incredibili di sempre.

La lista delle più belle canzoni di Fabrizio De André

Fabrizio De André, forse il cantautore italiano più rinomato, amato e citato, nacque a Genova il 18 febbraio del 1940, esattamente ottant’anni fa. La sua scomparsa, avvenuta 59 anni dopo a causa di un tumore ai polmoni, rappresentò un momento di profonda tristezza per il pubblico, un ricordo che sicuramente rimane vivo per coloro che lo hanno vissuto. Parlare di un genio artistico di questo calibro non è facile, ma è una sfida decisamente ardua scegliere le sue canzoni più belle. In questo articolo tenteremo comunque di farlo presentandovi i pezzi più belli mai prodotti da Fabrizio De André, una vera icona della musica italiana.

De André | Photo by Filippo Panseca licensed under CC BY 3.0 DEED (https://creativecommons.org/licenses/by/3.0/deed.en) – Retididedalus

Il pescatore

La canzone “Il pescatore” è un classico che quasi tutti hanno intonato almeno una volta nella vita. Risalente al 1970, racconta l’incontro tra un pescatore e un criminale, delineando l’insolita solidarietà che si sviluppa tra loro. Una ballata semplice composta da quattro accordi, successivamente rivisitata dalla PFM, con cui De André intraprese un tour nel 1979. La versione più vivace della PFM divenne poi parte integrante delle esibizioni dal vivo dello stesso cantautore.

La canzone di Marinella

Composta nel 1962, “La canzone di Marinella” è un’icona della musica italiana, nonché uno dei brani più celebri dell’intero repertorio di Fabrizio De André, forse anche grazie all’interpretazione di Mina, che la rese popolare al grande pubblico. La canzone trae ispirazione da un evento di cronaca accaduto quando il cantautore aveva solo 15 anni. I toni della canzone si distinguono nettamente da quelli che caratterizzeranno le opere successive di De André: qui emerge un sottile velo di romanticismo e leggerezza, raramente presenti nei suoi successivi componimenti.

Bocca di rosa

“Bocca di rosa” è un altro dei brani dell’artista che hanno fatto la storia e hanno fatto innamorare intere generazioni. Originariamente pubblicata come singolo nel 1967, la canzone è stata successivamente inclusa nell’album “Volume I”. Il personaggio di Bocca di rosa descritto nel testo rappresenta una prostituta, molto probabilmente ispirata a una delle molte che De André frequentava per esplorare la Genova dei bassifondi e degli emarginati. L’empatia del cantautore verso coloro che vivono ai margini della società permea l’intera sua produzione musicale.

Via del Campo

Del 1967, “Via del Campo” rappresenta uno dei pezzi distintivi nella produzione del cantautore, scritto da De André su una musica attribuita a Enzo Jannacci. La Via del Campo è una via di Genova che attraversa i caruggi del centro storico, e diventa scenario per molte altre canzoni di Fabrizio De André. Successivamente, il brano è stato incluso nell’album considerato il primo vero lavoro di Faber, “Volume I”.

La guerra di Piero

Del 1964, “La guerra di Piero” è un brano che affronta il tema della guerra, un argomento che emerge occasionalmente nella produzione del cantautore. Il testo è stato ispirato all’artista dai racconti dello zio, il quale fu protagonista della seconda guerra mondiale e che finì nei campi di concentramento, il testo conserva tutt’oggi una rilevanza significativa. La canzone è spesso inclusa nelle antologie scolastiche come un inno contro la guerra.

Amore che vieni amore che vai

Tra le ballate più celebri di Fabrizio De André spicca “Amore che vieni amore che vai”, datata 1966. La canzone ha ricevuto numerose cover nel corso degli anni. Insieme a “La ballata dell’amore perduto”, “Verranno a chiederti del nostro amore”, “La ballata dell’amore cieco” e “Valzer per un amore”, rappresenta una delle espressioni più dolci e ispirate dell’amore nel repertorio del cantautore genovese. La transitorietà dell’amore è dipinta con versi che incarnano la purezza della poesia.

Fabrizio De André | Foto di pubblico dominio – Retididedalus

Dolcenera

Anche “Dolcenera”, inclusa nell’album “Anime salve” del 1996, è ritenuta una delle canzoni più celebri di Fabrizio De André. Per la musica, De André collaborò con Ivano Fossati, con cui aveva già lavorato in precedenza. Il brano “Dolcenera” trae ispirazione dall’alluvione che colpì Genova nel 1970, fornendo lo sfondo per la storia di un innamorato che attende invano la sua amata. Il titolo della canzone ha in seguito ispirato il nome d’arte della cantante Dolcenera.

Don Raffaè

Presente nell’album “Le nuvole” del 1990, “Don Raffaè” si erge come una delle composizioni più celebri di De André. Interamente eseguita in napoletano, la canzone fu frutto della collaborazione tra De André, Massimo Bubola e Mario Pagani. Il brano ritrae il protagonista come un boss della camorra, spesso associato a Raffaele Cutolo, ma il suo vero scopo è denunciare le condizioni carcerarie precarie in Italia e l’influenza della criminalità organizzata sullo Stato. Il famoso ritornello è tratto dalla canzone di Domenico Modugno “‘O ccafè”.

Crêuza de mä

Presente nell’album omonimo del 1984, interamente eseguito in genovese, “Crêuza de mä” (vicolo di mare, nel dialetto genovese) è una delle canzoni più rappresentative nell’opera di Fabrizio De André. Il brano, così come l’intero disco, è stato frutto della collaborazione con Mauro Pagani. Il testo dipinge il ritratto dei marinai e della loro esistenza errabonda, un tema che permea tutte e sette le tracce dell’album.

Amico Fragile

Terminiamo questa lista (che avrebbe dovuto essere molto più lunga, visti tutti i grandi successi del cantautore genovese) con un’altra grande opera: Amico fragile, contenuta nell’album “Volume 8”, definita dallo stesso De Andrè come “La canzone più importante che abbia mai scritto, sicuramente quella che più mi appartiene”. Indubbiamente, il brano del 1974 è uno dei più rappresentativi dell’animo del cantautore. La canzone parla delle difficoltà di comunicazione in una società votata alla superficialità e all’effimero. Con “Amico fragile”, Fabrizio De Andrè si mette a nudo consegnandoci la sua canzone più intima e autobiografica.

Federico Liberi

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