In questo supermercato famoso la carne di pollo presenta delle striature: scopriamo insieme cosa indicano e cosa fare.
Nel settore alimentare, avere informazioni accurate e trasparenti sui prodotti che scegliamo è fondamentale. Ciò vale in modo particolare per i prodotti di origine animale, dove la qualità del benessere degli animali da allevamento si riflette direttamente sulla qualità del cibo che finisce sulle nostre tavole. Un recente studio ha sollevato preoccupazioni importanti riguardo ai petti di pollo venduti presso una famosa catena di supermercati, scopriamo insieme di quale si tratta.
Tra dicembre 2023 e gennaio 2024, è stata condotta un’analisi su oltre 600 campioni di petto di pollo di una nota marca di supermercati. L’indagine è stata condotta da Essere Animali e i risultati sono stati diffusi sul blog di Il Fatto Quotidiano nelle scorse ore. In particolare, si parla del pollo di marca Lidl. I campioni raccolti in 11 città italiane, da Bari a Torino, hanno rivelato che un allarmante 90% di questi prodotti presenta sintomi di white striping, una patologia che non solo testimonia una qualità inferiore della carne, ma anche una condizione di scarsa qualità di vita per gli animali coinvolti.
Il white striping si manifesta con delle striature bianche visibili sulla carne, strisce che sono parallele alle fibre muscolari. Questo fenomeno indica una crescita accelerata degli animali, spesso ottenuta attraverso la selezione genetica, che porta ad una grandissima sofferenza per i polli. Le conseguenze non sono solo di natura etica, legate al benessere animale, ma influenzano anche la qualità nutrizionale della carne: il contenuto proteico diminuisce mentre quello dei grassi può aumentare drasticamente.
Nonostante le confezioni dei prodotti in questione riportino indicazioni rassicuranti come “prodotto certificato” o “filiera controllata”, la presenza diffusa di white striping contraddice queste affermazioni, suggerendo che i criteri di qualità e benessere animale promessi non siano effettivamente rispettati.
Questi risultati emergono da un’iniziativa di monitoraggio avviata da Essere Animali, un’organizzazione no profit che, da oltre un anno e mezzo, insieme ad altre organizzazioni europee, sollecita Lidl ad implementare misure più stringenti per il benessere dei polli. Nonostante gli sforzi e le trattative, la risposta dell’azienda è stata finora insoddisfacente, senza portare a miglioramenti tangibili.
L’appello è quindi rivolto a Lidl, ma anche ad altre catene di supermercati, a prendere misure concrete per assicurare una vera qualità dei prodotti e il rispetto del benessere animale. Come consumatori, è essenziale informarsi e scegliere prodotti che riflettano non solo le nostre esigenze alimentari, ma anche i nostri valori etici, contribuendo a promuovere pratiche di allevamento più sostenibili e rispettose degli animali e della loro vita, preziosa quanto la nostra. Se volete, andando su questo link, si può firmare la petizione di Essere Animali per fermare l’allevamento che crea sofferenza ai polli in vendita al Lidl.
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