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Cultura

Giuliano Gramigna e la sua avventura nella scrittura

Da critico letterario a scrittore e poeta. Ecco il viaggio nella scrittura di Giuliano Gramigna e le sue opere più belle

Giuliano Gramigna, nato a Bologna nel 1920 e scomparso nel 2006, è stato un uomo che ha fatto della scrittura e della letteratura la sua vita.

La sua avventura nella scrittura è cominciata attraverso il giornalismo, ma vediamo subito quali sono state le tappe del suo incredibile viaggio nelle parole.

L’avventura nella scrittura di Giuliano Gramigna

Una vita dedicata alla scrittura – Unsplash – retididedalus.it

Durante i primi anni del suo esordio, Giuliano Gramigna ha scritto per TempoSettimo Giorno, Il Corriere dell’Informazione, fino ad arrivare a una delle sue collaborazioni più importanti con il quotidiano Corriere della Sera.
Ma Giuliano non si è limitato solo al giornalismo, anzi, si è messo alla prova in diversi ambiti molto differenti tra loro.

Scrittore e traduttore: il suo amore per il francese

La sua fame di parole lo ha condotto a scrivere romanzi, raccolte di versi e saggi. Arrivando, addirittura a tradurre alcuni grandi autori francesi come Alain-Fournier.

Tra i romanzi più belli di Giuliano Gramigna vi segnaliamo:

  • Un destino inutile
  • L’eterna moglie
  • Marcel ritrovato
  • L’esempio Enea

La Psicoanalisi: un’importante fonte di ispirazione

Il suo amore per la scrittura si è spesso intrecciato con un forte interesse per la psicoanalisi e ha trovato un naturale compromesso nella collaborazione di Giuliano Gramigna con il periodico Il Piccolo Hans e attraverso la pubblicazione di opere strettamente collegate alla psicoanalisi, come: Le forme del desiderio: il linguaggio poetico alla prova della psicoanalisi, L’interpretazione dei sogni, Diciotto poesie di Gramigna e nove disegni di Carroll, edizione di 560 esemplari numerati, Es-O-Es.

Marcel ritrovato: un esempio della scrittura di Giuliano Gramigna

In questo romanzo possiamo capire molto dell’abilità di scrittura di Giuliano Gramigna. Infatti, i suoi rimandi proustiani, il francese che ogni tanto fa capolino tra le righe e le descrizioni dettagliate, rendono quest’opera di Giuliano un vero capolavoro immortale.

Nonostante siano passati decenni dalla pubblicazione, avvenuta nel 1969, possiamo dire che il romanzo riesca a parlare anche a noi che lo leggiamo oggi, trasportati dal flusso e dal ritmo della narrazione di Gramigna.

La poesia di Giuliano Gramigna

Il modo di fare poesia di Giuliano Gramigna è particolare tanto quanto la sua abilità nello scrivere romanzi.

Anche qui troviamo la lingua francese che si affaccia a tende una mano, come una vecchia amica, al poeta e critico letterario, mostrandogli la via per dare forma alle sue idee sul foglio di carta.

In Visitatore di poesie percepiamo tutto quello che Giuliano provava nei confronti di questo modo musicale e ritmato di fare poesia:

Sono disceso io morto fra tante poesie
come un visitatore fra le ombre dell’ade
ma a chi può interessare ciò che ho visto
sfogliando il libro di fogli come foglie
che portano scritte la sentenza di Sibilla;
supponendo un senso che sopravviva
a ogni sgorbio di penna o battito di computer.
Che senso puoi dare G. o chiunque tu sia?
Ogni pagina foglio si spoglia di essere soggetto,
sibila dolcemente scivolando nel sottomondo.
MA: tants que mes amis ne mourront pas, je ne
parlerai pas de la mort.

Si accenda nel fosforide
gloriosa qualità della mente
che promuove monstra et poèmas
– te lo scrivo nella lingua meticcia
in cui spiccicare finalmente
“quel che ho da dire”
(cara immagine fraterna
di un tal scrivente
nomato Antonio Porta) –
ma che che si accenda?

I fogli diventano foglie che volano leggere nel sottomondo, come trasportate silenziosamente da un vento che non può essere fermato. La poesia ha anche il sapore di una profezia, come se, scritte nere su bianco, potessimo leggere quelle risposte che passiamo la vita ad inseguire e che spesso ci conducono in basso.

La frase in francese significa: “Finché i miei amici non moriranno, non lo farò, non parlerò della morte.”

In conclusione, possiamo dire che Giuliano Gramigna abbia dedicato tutta la sua vita alla cura delle parole. Che fossero sue o di qualcun altro, ha sempre saputo dare loro il giusto peso, soppesandone ogni sfumatura di significato. Da abile analizzatore e critico di testi, ha anche conosciuto la luce della creatività e della scrittura.

Vi consigliamo di leggere alcune delle sue opere, che si tratti di romanzi o poesie o di suoi pareri autorevoli su grandi autori, e di perdervi tra le righe dei suoi scritti, proprio come lui invita a fare nella poesia che vi abbiamo riportato.

Alessia Barra

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