Carburante, stop ai prezzi sui cartelli: “non c’è speculazione” ma cosa accadrà?

Era stata una delle iniziative del Governo per fermare la speculazione ma è stata bocciata dal Consiglio di Stato. Ora il Mimit lavora a nuove proposte.

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Il Consiglio di Stato boccia i cartelli con i prezzi medi della benzina (RetidiDedalus.it)

Il caro-carburante che si è iniziato verso la fine del 2019 e che ancora stiamo vivendo, ha avuto il momento di massima espressione a cavallo del 2022 e del 2023. Un fenomeno che ha portato non solo ad un aumento dei costi in bolletta, ma che si è percepito inevitabilmente anche alle stazioni di benzina; il rifornimento alle auto non costava così tanto da almeno un decennio e cioè dall’ultima pesante crisi economica del 2008.

Tra le varie misure adottate dall’allora neo Governo Meloni ci fu l’obbligo per i benzinai di introdurre i cartelloni con la media dei prezzi regionali e nazionali rilasciati giornalmente dal Ministero del Made in Italy. L’idea era quella di evitare le speculazioni e permettere ai cittadini di capire se effettivamente il prezzo adottato da quella stazione di benzina fosse eccessivo rispetto alle altre. Era l’inizio del 2023, ad agosto con i rincari delle partenze, l’iniziativa del Governo si dimostrò essere un flop.

C’è da dire, per la verità, che questa misura è stata osteggiata sin dall’inizio dalla categoria. Nel corso di questi mesi ci sono stati diversi ricorsi che hanno visto contrapporsi da una parte i benzinai e dall’altra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Ora è arrivata la sentenza del Consiglio di Stato che boccia in maniera definitiva quest’obbligo. L’art. 7 che nel decreto regola questa iniziativa è considerato sproporzionato e irragionevole e per questo motivo deve essere annullato. Il Mimit, quindi, ora è al lavoro per la riformulazione dell’articolo.

Come si muoverà il Ministero

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Niente più obbligo per i benzinai di esporre i prezzi medi regionali (RetidiDedalus.it)

Secondo quanto riportato dal Consiglio di Stato, l’aggiornamento giornaliero dei prezzi è considerato “sproporzionato e irragionevole“; primo perché per conoscere i prezzi di tutti i distributori di zona ci si può rivolgere al sito del Mimit e poi perché i costi informativi sono addossati completamente ai distributori, andando quindi ad aggiungere alla categoria oneri appunto irragionevoli.

Per i giudici amministrativi, il Ministero dovrà quindi trovare nuove soluzioni per attuare questa parte del decreto. A seguito della sentenza, dal Mimit hanno fatto sapere che si sta già lavorando per una modifica adeguata all’art. 7 seguendo le indicazioni rilasciate dalla Corte. L’ipotesi più plausibile è che l’aggiornamento sui prezzi passi da una scadenza giornaliera ad una settimanale.

Esultano le associazioni di categoria

Nei fatti la sentenza del Consiglio di Stato dà ragione ai benzinai. In una nota i rappresentanti sindacali di Figisc e Fegica sottolineano come “questa sia una vittoria della ragione che non si è lasciata piegare ad interessi di parte: […]i diritti sono i diritti della categoria e non sono negoziabili“. La categoria resta comunque aperta al confronto e al dialogo con le istituzioni per arrivare ad una soluzione comune.

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