Al Castello delle Cerimonie sono in atto gravi sconvolgimenti, ma chi ci lavora non vuole rinunciare ai propri grandi eventi.
Il Castello delle Cerimonie, anche noto come La Sonrisa, è un vero e proprio simbolo di Sant’Antonio Abate. Nel corso degli anni ha acquisito enorme notorietà grazie a un programma che va in onda su Real Time e mette in scena matrimoni napoletani in grande stile. Per la gente del luogo guadagnarsi un posto nel castello è un vero e proprio sogno. E forse è proprio per questo che gli eventi stanno continuando nonostante un ostacolo piuttosto insormontabile.
Nel corso delle ultime settimane, infatti, la proprietà è stata messa sotto sequestro, a causa di abusi edilizi che sarebbero avvenuti a partire dal 1979, su un’area di oltre 40mila metri quadrati. Nel 2011, infatti, gli inquirenti avevano contestato gli abusi e già a partire dal 2016 sono state emesse sentenze piuttosto pesanti.
Nel 2016 Rita Greco, moglie del boss Antonio Polese, fu condannata a un anno di reclusione con pena sospesa. Nello stesso periodo anche Agostino Polese, fratello di Antonio, aveva subito la stessa sorte. Ma ciò non ha mai impedito agli eventi di proseguire e anzi oggi, nonostante la confisca che conferisce la tenuta al Comune di Sant’Antonio Abate, se ne organizzano addirittura più di prima.
A tenere le fila degli eventi sono ormai Imma Polese, figlia del boss venuto a mancare nel 2016, e suo marito Matteo Giordano. Inoltre a La Sonrisa sono impiegati decine di dipendenti fissi e stagionali, anch’essi molto fedeli alla tenuta. Non stupisce dunque che durante un’intervista una portavoce della famiglia Polese, Emma, abbia ribadito la voglia di tentare il tutto e per tutto per rimanere a La Sonrisa.
Molte delle persone che avevano organizzato i propri eventi al Castello delle Cerimonie hanno chiamato la reception per avere informazioni in merito alla sorte del posto, preoccupati di dover cambiare location per le proprie cerimonie. Ma secondo Emma, 51 anni, non è ancora tempo di disdette.
E anzi a chi le chiede se siano tutti consapevoli della sentenza da rispettare, l’addetta alla reception risponde: “Siamo tutti professionisti nel nostro campo, non chiediamo assistenza o prospettive lavorative diverse, vogliamo percorrere la strada che ci possa mantenere in vita all’interno del nostro Castello“. Perché proprio nessuno, evidentemente, è pronto a lasciarlo andare.
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