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Enrico Panunzio, chi era lo scrittore e poeta

Nato nel 1923 a Molfetta e scomparso a Roma nel 2015, Enrico Panunzio ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama culturale italiano. Docente di storia e letteratura, Panunzio ha ricoperto il ruolo di addetto culturale presso l’ambasciata italiana a Parigi dove ha diretto la biblioteca dell’Isituto Italiano in Francia. La sua produzione letteraria è vasta e variegata, spaziando dai romanzi come “Giovane Musa”, “Malfarà”, “Il balcone di casa Paù”, “L’idiota Celeste”, “L’anno divino”, a poesie e scritti vari come “I 99 nomi di Allah”, “Lo specchio di Vera Penitenza”, “Il peso degli angeli”, “Inchiostro di Alba”, “L’occhio di Parigi”, “Tregua di Azzurro”. Tra i suoi contributi più significativi la traduzione italiana in versi del 1947 di “Les Fleurs du Mal” di Baudelaire. Enrico Panunzio, un nome che risuona con forza nel panorama letterario italiano, continua a vivere attraverso le sue opere, lasciando un’eredità di inestimabile valore per le future generazioni.

I signori scaduti

“I signori scaduti” è una delle opere di Panunzio, composta da otto racconti che formano un romanzo unico. Il protagonista è un tratto di Puglia che si estende tra la Murgia e il mare. Panunzio è in grado di evocare in modo quasi sciamanico le luci, gli odori, le ombre, l’atmosfera degli interni delle case e dei cortili abbandonati. Gli altri protagonisti del romanzo sono i cosiddetti “signori scaduti”. Nel passaggio da un vecchio a un nuovo ordine, nel periodo storico tra la fine dell’occupazione tedesca e l’arrivo degli Alleati, un mondo si disintegra per far posto a una nuova realtà. Un “signore scaduto” è, secondo l’opinione popolare, chi si arrende alla vita dopo aver sperperato un patrimonio o ridotto se stesso alla povertà e all’abbandono, a causa di incompetenza, spreco o stupidità. Declassati socialmente, sconfitti umanamente, cercano ancora di esercitare il loro prestigio dal fondo del sotterraneo in cui sono costretti a vivere. L’autore si fa portavoce di questi personaggi e racconta le loro storie rivolgendosi al lettore in modo intimo, caldo e amichevole; così disegna il ritratto di una borghesia tormentata da una paura irrazionale senza nome, la stessa che alimenta ancora la nostra frenetica vita di oggi.

Macchina da scrivere
Macchina da scrivere | Unsplash @Patrick Fore – retidedalus.it

L’apofasia del cav. Ciro Saverio Paniscotti

Un’altra opera di Panunzio da ricordare, tra le tante, è “L’apofasia del cav. Ciro Saverio Paniscotti”. Quest’opera narra la storia di una valigia metafisica lasciata sulla soglia di una casa: l’ultimo erede del Cav. Ciro Saverio Paniscotti ritorna alla terra desolata e lontana delle Murge, un luogo di passato, superstizioni e conoscenze dimenticate. A Torre Pulo riscopre un mondo perduto attraverso la lettura degli scritti del suo antenato, brevi trattati che esplorano il sapere umano in modo insolito e irregolare, ma che alla fine rivelano un ordine misterioso. I temi affrontati sono emblematici e culminano inevitabilmente con il tema della morte. Il pensiero filosofico si fonde con la magia e l’aspirazione alla spiritualità, con un sarcasmo dissacrante.

L’apofasia è interpretata qui come una sospensione del giudizio e come una sorta di “abbagliamento”, una categoria poetica, irregolare e personale. Un doppio abbagliamento: quello del deserto di luce della Puglia assolata e quello della presunzione scientifica e della ragione. Panunzio gioca con le parole in modo ironico intrecciando un disegno letterario evocativo e musicale, ma crea anche una prosa densa di significato, un testo pungente e intelligente in cui il lettore può trovare sia la leggerezza del divertimento che le profondità del pensiero.

Malfarà

Questo libro racconta le gesta di Malfarà, derviscio della mente e alunno dei reverendi Gesuiti di Mondragone, attraverso la Murgia, una terra sommersa e stregonesca. Con spirito divertito e stile ironico, Panunzio costruisce un intelligente stupidario, una storia dominata dal surreale.

Le opere

Giovane musa, Milano, Quaderni di poesia, 1940; I signori scaduti, Bologna, Cappelli, 1966. Nuova edizione: Roma, La Lepre edizioni, 2013; L’apofasia del Cav. Ciro Saverio Paniscotti, Parma, Guanda, 1982 (Nuova edizione: Roma, La Lepre edizioni, 2009); Il balcone di casa Paù, Milano, Bompiani, 1983; Lo specchio di vera penitenza, libretto d’opera, musica di Enrico Renna, Roma, Edi-pan Editore, 1985; Malfarà, Milano, Spirali, 1986; L’idiota celeste, Napoli, Pironti Editore, 1989; I novantanove nomi di Allah, Ravenna, Edizioni del Girasole, 1997; Il peso degli angeli, Lecce, Manni Editori, 1999; Inchiostro di alba, Roma, Edizioni della cometa, 2001; L’anno divino: Nigredo, Fasano, Schena, 2004; L’occhio di Parigi, Ragusa, Libroitaliano, 2004; Tregua di azzurro: canzoniere, Fasano, Schena, 2005.

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