Aldo Rosselli, nato a Firenze nel dicembre 1934, è un nome che merita un posto di rilievo nella storia della letteratura italiana. Figlio di Nello Rosselli, storico del Risorgimento e antifascista, Aldo ha ereditato la storia di una famiglia che ha pagato un prezzo elevato per la libertà.
La famiglia Rosselli ha subito la perdita di tre figli “per la patria”. Il maggiore, Aldo, caduto volontario nella Prima Guerra Mondiale. La nonna paterna, Amelia Pincherle Rosselli, è stata una figura di riferimento fondamentale per la famiglia, soprattutto durante gli anni di esilio in Svizzera, Inghilterra e Stati Uniti, e nel ritorno in Italia nel dopoguerra.
Nel 1956, Aldo, insieme all’amico Roberto Lerici, ha fondato la casa editrice Lerici. Questa casa editrice, precedentemente dedicata alle opere scientifiche, è stata trasformata in una casa editrice aperta alle letterature del mondo. Grazie alla sua sensibilità di lettore e ai suoi contatti americani, Aldo ha contribuito in modo straordinario alla conoscenza italiana di grandi scrittori come Henry Roth e Isaac Bashevis Singer.
Con il graduale esaurirsi dell’attività editoriale negli anni ’60, Aldo ha iniziato la sua produzione narrativa. Tra le sue opere più note ci sono “Il megalomane”, “Ottoz”, “Professione: mitomane”, “Episodi di guerriglia urbana”, “La trasformazione”, “Psichiatria e antipsichiatria nel sud”, “Zefiro”, “La famiglia Rosselli”, “Una limousine blu notte e altri racconti”, “A cena con Lukacs”, “Il naufragio dell’Andrea Doria”, “L’apparizione di Elsie”, “Una favola a metà”, “La mia America e la tua”, “Dalla parte opposta della strada”, “Prove tecniche di follia” e “Boston, l’Aventino”.
Sempre a partitre dagli anni ’60 lavorò come traduttore di autori come Colin Wilson, David Irving, William Carlos Williams, e successivamente come autore di narrativa e saggistica. Le sue opere gli valsero due “cinquine” nel Premio Strega (1971 e 1984), il Premio nazionale letterario Pisa nel 1984, e il Premio internazionale Sileno d’oro nel 19961. Lavorò anche come sceneggiatore per gli sceneggiati RAI “L’assassinio dei fratelli Rosselli” e “Le cinque stagioni”.
Il sentimento ebraico è stato molto forte in Aldo, seppur spesso nascosto nelle pieghe della scrittura. Nel suo libro “Una limousine blu notte”, Aldo riflette sulla sfida di essere un narratore ebreo italiano senza una lingua dell’ebraicità analoga allo yiddish degli scrittori ebrei americani. Nel suo volume più recente “Boston, l’Aventino”, racconta la storia di un giovane ebreo che ritorna a Firenze, la sua città natale, nell’anno delle Leggi Razziali anti-ebraiche emanate dal fascismo e dell’inizio delle persecuzioni.
Aldo Rosselli è stato un personaggio che ha lasciato un segno indelebile nella storia della letteratura italiana. La sua vita, segnata da tragedie familiari e personali, è stata un esempio di resistenza e di impegno per la libertà e la giustizia. La sua opera letteraria, ricca e variegata, riflette la sua profonda sensibilità e la sua acuta intuizione. Aldo Rosselli rimane un punto di riferimento per tutti coloro che credono nel potere della parola e nella forza della letteratura come strumento di cambiamento sociale. Aldo Rosselli è ricordato come un intellettuale sensibile e raffinato, la cui opera di narrativa e acuta riflessione critica merita di essere studiata e inserita nella storia della letteratura italiana.
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