Eminente figura intellettuale originaria della Sardegna, Ignazio Delogu, nato ad Alghero nel 1928, è stato professore universitario, autore, giornalista, critico teatrale, poeta e critico d’arte. Dopo essersi laureato in Storia, ha iniziato la sua carriera come assistente nel campo della Storia del Risorgimento, per poi passare alla Letteratura e alla lingua spagnola e catalana. A partire dal 1993 è diventato titolare della cattedra presso l’Università di Sassari. Ha tenuto corsi e conferenze in numerose università straniere ed è stato anche corrispondente e inviato per vari giornali, collaborando anche con la RAI.
Le opere
Nel 1992 Delogu è stato insignito del Premio Dessì per la sua raccolta poetica “Oscura Notizia”. Ha anche tradotto opere dei più importanti narratori e poeti classici e moderni spagnoli, catalani e galiziani, su cui ha scritto diversi saggi. Nel campo della narrativa, si ricordano le sue opere più recenti: “Una città, una strada e altri racconti” (2000) e “La luna di via Ramai” (2003). Come critico d’arte, ha organizzato numerosi eventi e pubblicato diversi saggi e monografie, tra cui quella edita da Ilisso Salvatore Fancello (1988) e “Miti, tipi e archetipi: Cento anni di scultura in Barbagia e dintorni” (1989).
Tra Allende e Neruda
Scomparso nel 2011, lega parte della sua vita anche al Cile, dove Delogu fu un punto di riferimento per i molti esuli dopo il golpe di Pinochet. Dal celebre gruppo musicale Inti Illimani a tanti altri è lungo l’elenco dei cileni che furono accolti grazie al suo lavoro e all’appoggio del Pci. Delogu è infatti stato segretario esecutivo dell’Associazione Italia-Cile, grazie anche all’amicizia personale che lo legava con Allende, Neruda e diversi intellettuali del mondo latino-americano. Forte il suo legame con quella zona del mondo, grazie anche alle tante traduzioni effettuate per conto di Editori Riuniti degli scritti di Fidel Castro, Che Guevara e Josè Marti oltre a Gabriel Garcia Marquez. In Italia contribuì alla creazione di un gruppo di poeti esuli cileni che diede vita a Roma al laboratorio di poesia Maruri al quale Delogu partecipò, inizialmente in incognito con lo pseudonimo di Pablo Magallanes.
L’amore per il Cile e per la Sardegna
“Se la patria è la terra dove sono sepolti i nostri morti, anche il Cile è la mia patria” scriveva in quello che sarebbe stato il suo ultimo libro, Parallelo Sud, evidenziando quanto il suo rapporto con il paese sudamericano fosse molto forte. Così forte che negli ultimi anni a Santiago ci sono state diverse celebrazioni in suo onore, tra cui il ricordo lo scorso anno a 50 anni dal golpe fascista di Pinochet del 1973. Anche in Italia, in occasione decennale della sua scomparsa nel 2021, Marco Antonio Pani fece uscire un documentario intitolato: Ignazio. Storia di lotta, d’amore e di lavoro.
Numerose sono le testimonianze di esuli, scrittori, poeti, musicisti e artisti di vario genere che hanno attraversato la vita di Delogu. La sua poliedricità rifletteva perfettamente la sua personalità: da responsabile del Pci per i rapporti con i paesi ispanici durante il regime franchista in Spagna, si è distinto come un intellettuale completo, abbracciando ruoli di poeta, scrittore e successivamente professore universitario a Sassari. Abbandonata la sfera politica, ha dedicato sé stesso alla promozione della lingua e della cultura sarda.