Quali sono i punti che si devono tenere in considerazione per non perdere il diritto all’assegno di inclusione? Tutto quello che devi necessariamente sapere.
Non tutti sanno che si può perdere il diritto all’assegno di inclusione. In merito, è bene dire che, come il reddito di cittadinanza, anche questo sostegno prevede degli obblighi da rispettare affinché venga garantito. Ovviamente, anche un errore commesso inavvertitamente ne può determinare la perdita.
Esistono, dunque, delle regole e dei requisiti che vanno seguiti per non cadere in spiacevoli episodi. Oggi vi daremo qualche dritta per non cadere in errore quando facciamo richiesta per il sostegno economico.
Quando si procede con la richiesta per l’assegno di inclusione, dobbiamo tener conto di alcuni passaggi fondamentali. In primis, bisogna tener conto sia del profilo dei singoli, ma anche dei componenti del nucleo familiare. È opportuno presentarsi presso quelli che vengono definiti servizi sociali competenti presenti sul territorio entro il 120° giorno dalla sottoscrizione del Pad.
Farlo è necessario perché si rischia la sospensione del beneficio. Inoltre, è utile rispondere alle convocazioni – non solo alla prima, ma anche a quelle che verranno dopo – queste arriveranno dai servizi per il lavoro o dai servizi sociali. È bene tenere a mente che, se non ci si può presentare, è utile giustificare l’assenza, in caso contrario decade il diritto all’assegno di inclusione. Lo stesso accade se ci si rifiuta di sottoscrivere il Patto di inclusione. Non finisce qui perché bisogna anche partecipare alle iniziative di carattere formativo e ancora di riqualificazione. Infine, è necessario seguire, lì dove ce ne fosse il bisogno, anche un percorso di istruzione.
Una postilla è d’obbligo in questo caso, agli obblighi sopracitati ci si può sottrarre, ma con una valida motivazione e, per non rischiare di perdere l’assegno, dunque, è importante giustificare il motivo. Se, però, non ci si presenta o in caso di mancata partecipazione ai percorsi, la domanda può essere ripresentata ma solo dopo sei mesi dalla decadenza.
Molti si chiedono se è possibile lavorare mentre si prende l’assegno di inclusione, la risposta è sì le due cose sono compatibili fra di loro, ovviamente tenendo conto di alcuni parametri. È importante, a questo punto, riferire all’INPS la situazione lavorativa. È superfluo dirlo, l’assegno di inclusione si perde nel momento in cui chi ne ha diritto viene trovato mentre svolge attività lavorativa a nero.
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