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App per incontri: possono creare dipendenza a chi le usa?

Le app per incontri sono ogni giorno sempre più diffuse e utilizzate: ma potrebbe esserci il rischio di andare incontro a dipendenza? 

App per incontri (retididedalus.it)

Non è certo un mistero che, soprattutto negli ultimi anni, le app per incontri abbiano cominciato ad avere sempre più importanza e soprattutto rilevanza nella vita di tutti noi. Il loro utilizzo e anche la loro presenza negli smartphone di tutti noi è infatti cresciuta a dismisura, a tal punto che secondo un sondaggio del 2022 circa il 30 per cento dei single in Italia ha ammesso di servirvi proprio di queste applicazioni.

Rispetto agli inizi, i suoi utenti sono cresciuti a dismisura ma insieme a loro anche i vari servizi di cui possiamo scegliere di avvalerci per i nostri incontri. Ma cerchiamo di capire perché, secondo molti, proprio le app di incontri potrebbero generare dipendenza e soprattutto qual è il loro reale funzionamento.

Dipendenza da app per incontri, è possibile?

App per incontri (retididedalus.it)

Nonostante la nascita sempre più massiccia di nuove app per incontri, però, non c’è alcun dubbio che la più utilizzata e anche nota rimanda ancora quella di Tinder. Utilizzata addirittura dal 60 per cento degli utenti che hanno ammesso di far parte del mondo di questi social particolari, è proprio lei che permette di fare “match” con le persone che ci interessano di più. A questo punto, però, una domanda sorge spontanea: possono queste app creare dipendenza? Ebbene, la risposta è in un certo sì, ma in realtà la nostra spiegazione non si applica solo a questo tipo di social, quanto più a quelli più in generale proprio al funzionamento delle app.

Cominciamo, dunque, col dire che secondo un report britannico, ben il 90 per cento degli utenti di queste app si dichiara dipendente mentre il 70 ritiene invece che il suo utilizzo possa costituire un danno per la salute mentale. Le app come i social (e dunque come quelle per incontri) imitano infatti una funzione molto interessante e soprattutto che riesce a catturare la nostra attenzione in modo illimitato: ovvero la possibilità di avere sempre un qualcosa da sfogliare senza limiti e dunque di non arrivare mai davvero a una fine della pagina o dei contenuti a nostra disposizione.

Un meccanismo, questo, che viene spesso paragonato a quello delle slot machine, da cui come ben sappiamo è spesso impossibile riuscire a trovare la forza di allontanarsi. Basti pensare al tipico “refresh” dei social o ancora ai cosiddetti “suggerimenti per te”: tutti meccanismi, questi, che ci permettono di non fermarci mai e che, proprio per questo motivo, ci creano dipendenza perché siamo costantemente alla ricerca di nuovo e soprattutto abbiamo paura di poterci perdere qualcosa nella vastità di ciò che l’internet ci offre.

Simona Contaldi

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