I ristoranti sono sempre pieni eppure il settore della ristorazione in Italia è in crisi: cosa significa? Scopriamolo insieme.
Poniamo il caso che il venerdì o il sabato sera ci venga voglia di prenotare una cena al ristorante, ma, avendoci pensato troppo tardi, non troviamo posto nel nostro ristorante di fiducia. In questo caso si può optare per due alternative: rimanere a casa (la meno allettante), oppure provare un posto nuovo, visto il proliferare di locali e ristoranti che abbiamo visto in giro per il centro cittadino.
Vi sembra tutto giusto? Ebbene, secondo l’ultimo Rapporto 2024 dell’Osservatorio Ristorazione le cose non stanno proprio così. O meglio, sì e no. Da una parte è vero che gli Italiani spendono più soldi per andare a mangiare al ristorante ed è anche vero che le nuove imprese ristorative si contano nell’ordine di migliaia e migliaia. Dall’altra, però, sono anche tantissime quelle che chiudono i battenti a tempo record (questo trend riguarda tra l’altro anche i negozi).
Come va la ristorazione italiana? I dati dell’Osservatorio Ristorazione
Con un po’ di dati numerici alla mano forse possiamo farci un’idea migliore della situazione. Nel 2023 la spesa complessiva degli Italiani che mangiano fuori casa è arrivata a 89,6 miliardi di euro. Allo stesso tempo i ristoranti che hanno cessato la propria attività sono stati 28.012. Ma andiamo avanti: le nuove imprese iscritte alle camere di commercio sono state 10.319, ma quelle che hanno chiuso -17.693.
Insomma, per ogni dato positivo uno negativo, o meglio, quasi due. Ma da cosa dipende una situazione simile? Le ragioni possono essere molteplici: inflazione, caro-spesa, caro-bollette e caro-carburanti ne sono alcune. Poi c’è anche da considerare la leggerezza con cui molti decidono di buttarsi nell’apertura di un’impresa ristorativa. Questa scelta andrebbe infatti ponderata e non presa alla leggera, data anche la grande competizione che bisogna affrontare nel campo.
Forse l’offerta supera la domanda: ci sono troppe imprese ristorative?
Infine si può mettere in risalto anche un fattore socio-culturale piuttosto determinante. Stando ai dati raccolti dall’Osservatorio, la maggior parte delle persone (ben 93 su 100) tende a non tornare sempre negli stessi posti ma anzi a provarne di nuovi, a volte anche spostandosi in altre città. In ultima analisi forse bisognerebbe portare a coscienza che l’offerta supera la domanda e che i locali o i ristoranti sono più numerosi di quanto serva.