A Trent’anni dalla “Love Parade” la Cultura Techno di Berlino diventa Patrimonio Unesco: storia, candidatura e annuncio.
All’alba della caduta del muro di Berlino, nel 1989, la cultura techno ha iniziato a rappresentare un linguaggio di inclusione e un’espressione artistica fondamentale per la resistenza alle perturbanti correnti divisive di quel periodo storico. A partire dagli anni Novanta la cultura techno berlinese ha iniziato ad agire dal basso rappresentando – sempre più incisivamente e grazie a un poliedrico universo di voci – un imprescindibile inno alla libertà.
La cultura Techno di Berlino diventa patrimonio immateriale Unesco
Quando si parla di techno non si fa riferimento soltanto a un particolare stile musicale, ha sottolineano la commissione Unesco di Berlino in una riflessione sull’iniziale candidatura della cultura techno berlinese a Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. L’annuncio ufficiale – da parte dell’UNESCO – è stato diramato già il 23 marzo 2024. Quando la commissione ha provato a restituire il significato di questa importante scelta.
Nel periodo primaverile, in cui si organizzano eventi e concerti anche in Italia, la scelta di far divenire la cultura techno berlinese Patrimonio Immateriale dell‘Unesco appare come principalmente dettata da un desiderio di mostrare la propria gratitudine istituzionale nei confronti di una realtà musicale e collettiva che deve essere salvaguardata.
A tal proposito è intervenuta anche Claudia Roth. La Ministra della Cultura e dei Media in Germania (nazione in cui perfezionò le sue lingue Céline), sottolineando – in una parentesi nostalgica su band, come quella dei Kraftwerk – come la cultura techno rappresenti una “ricchezza per il paese”. Questo in merito all’eredità lasciata dalla “Love Parade“, poi trasformatasi nel simbolo di unione delle due Berlino.
Cultura techno berlinese, una resistenza da salvaguardare
Il riconoscimento dell’UNESCO è volto ad agire per salvaguardare la storia di quest’espressione artistica impegnata, da sempre, nel segno della collettività. La decisione della Commissione Unesco desidera tutelare tutte quelle realtà che appartengono a questa cultura e che, almeno fino a questo momento, non hanno potuto beneficiare delle necessarie tutele. Ad esempio in occasione di eventi che vedrebbero la partecipazione di centinaia di migliaia di persone.
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La cultura techno riunisce ogni anno migliaia di persone da diverse parti del mondo, valorizzando la diversità e lo scambio interculturale. Uno dei riferimenti più noti – in tal senso – è rappresentato, ad esempio, dalla sfera produttiva dell’Underground Resistance oppure oppure dalla generazione dei DJ afroamericani di Detroit.