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Perché Van Gogh usava sempre il giallo nei suoi dipinti? La risposta è insospettabile

A cosa può essere associata la vivezza del giallo nei dipinti di Van Gogh: la risposta sul suo frequente utilizzo.

Autoritratto con cappello di paglia di Vincent Van Gogh
Autoritratto Van Gogh (retididedalus.it)

Che il giallo sia un colore particolarmente ricorrente nelle opere pittoriche di Vincent Van Gogh potrebbe non essere di certo una novità, eppure quel che avrebbe favorito la scelta di questa colorazione per i suoi dipinti potrebbe ora rivelarsi – grazie ad alcune ipotesi aggiunte sul suo conto – una considerazione interessante e inattesa.

In seguito alla scoperta e alla consecutiva analisi di alcuni appunti trascritti da un medico olandese che prese in cura Van Gogh, in un momento particolare della sua vita, si sarebbero apprese quelle che potrebbero essere le cause scatenanti di quel giallo acceso che rende uniche molte delle sue opere e, specialmente, quelle appartenenti al suo Periodo giallo.

Perché Van Gogh usava sempre il giallo nei suoi dipinti?

Dipinto del vaso con 12 girasoli di Van Gogh
I Girasoli (retididedalus.it)

Gli appunti di un tale dottor Gachet – di cui resta anche un ritratto dello stesso, realizzato da Van Gogh – sarebbero infine rimasti come eredità dell’artista assieme alle sue opere rivelando il segreto alla base dell’utilizzo costante e polivalente del colore giallo nei suoi dipinti.

Sembra che il dottore abbia prescritto a Vincent Van Gogh lestratto di una pianta per curare alcuni dei suoi disturbi. In particolare il medico si riferisce – negli scritti – all’assunzione della digossina. La digossina è un estratto della Digitale (o Digitalis Purpurea) che permetteva all’epoca di curare disturbi come l’epilessia, di cui si presume che Van Gogh abbia sofferto in vita. 

L’assunzione di questa sostanza avrebbe momentaneamente alternato la percezione visiva dei colori dell’artista, permettendo o favorendo a lui – durante il suo processo creativo – l’utilizzo del giallo vivido che ritroviamo in sue celebri opere.

Fra queste, ad esempio, si possono citare: il suo dipinto del vaso con dodici girasoli – realizzato tra il 1888 e il 1889 – oppure il suo autoritratto con cappello di paglia, del 1887, conservato presso il Metropolitan Museum of Art. Nel frattempo invece, oggi, a Milano – dopo una lunga attesa – ha inizio la mostra sull’artista: “Vincent Van Gogh. Pittore colto“.

Van Gogh e il giallo sulla tela

Tra le numerose ipotesi avanzate dagli studiosi, e gli storici di storia dell’arte, sul significato dei colori che ritroviamo ancora oggi sulle tele di Vincent Van Gogh – osservando, ad esempio, quelle visibili nel percorso delle sale della National Gallery di Londra – vi è anche la consapevole affezione dello stesso artista nei confronti del giallo.

Sembra che Van Gogh abbia ritenuto – a partire dal 1880 – il giallo come suo colore preferito. Questa predisposizione gli permise di realizzare prolifiche serie di ritratti di girasoli, nella sua casa ad Arles, in Francia, in cui è molto facile riscontrare come questa particolare e accesa colorazione primeggi indiscussamente sulla tela.

Al contempo resta anche la possibilità che l’alterazione visiva e alcune consecutive allucinazioni dell’artista, provocate da un’assunzione massiccia di medicinali, abbiano contribuito allaffermarsi del soggettivo fenomeno della xantopia. Ossia della visione gialla della realtà che lo circondava.

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