Terribile incidente in montagna: un gruppo di escursionisti è stato colpito improvvisamente da una valanga.
Oggi una tragica vicenda si è consumata sulle Alpi svizzere, dove due sportivi italiani sono stati travolti da una valanga, perdendo la vita. Le vittime sono Valentino Alquà e Massimo Ratti, entrambi residenti a Lecco. I due uomini erano membri attivi del gruppo Asen Park e si trovavano sulle Alpi per praticare scialpinismo.
Morti colpiti da una valanga: non c’è stato nulla da fare
L’incidente è avvenuto sul Pigne d’Arolla, una vetta che si erge a quasi 3.800 metri tra il Cervino e il Grand Combin. Alquà e Ratti stavano affrontando una via classica di scialpinismo, parte dell’itinerario Chamonix-Zermatt, quando sono stati travolti da una valanga.
Le circostanze precise che hanno causato la slavina non sono ancora state determinate. Una terza persona, che si trovava con loro, per fortuna è riuscita a sopravvivere e ha potuto avvisare i soccorsi su ciò che è accaduto.
I soccorritori svizzeri sono intervenuti prontamente, utilizzando un elicottero per raggiungere il luogo dell’incidente. Nonostante gli sforzi compiuti dai soccorritori, purtroppo per Valentino Alquà e Massimo Ratti non c’è stato nulla da fare. La notizia della loro morte ha scosso profondamente tutta la popolazione di Lecco, dove entrambi erano molto conosciuti.
Valentino Alquà lavorava da oltre sei anni come amministrativo presso la sede del Soccorso Alpino del Bione. Era una figura di riferimento non solo per i colleghi, ma anche per molti escursionisti e alpinisti della zona. Massimo Ratti, invece, era un membro attivo del gruppo alpinistico Asen Park e appassionato di montagna. Entrambi gli uomini erano benvoluti e stimati per la loro dedizione e passione per l’alpinismo.
La comunità alpinistica e quella locale di Lecco si stringono intorno alle famiglie di Valentino Alquà e Massimo Ratti, ricordando con affetto i due escursionisti che hanno perso la vita inseguendo la loro passione. Valentino e Massimo continueranno a vivere nei ricordi e nei cuori di chi li ha conosciuti, nei racconti di chi ammirava il loro coraggio e il loro amore per la montagna.
