Arrestato noto imprenditore accusato di disastro ambientale: invece di bonificare la cava, l’aveva fatta diventare una discarica abusiva.
L’imprenditore Bruno Sandone, di 49 anni, è stato arrestato e messo agli arresti domiciliari dalla Polizia Locale di Napoli con l’accusa di disastro ambientale. L’uomo, che doveva avviare la bonifica di una cava abbandonata, ha invece creato una discarica abusiva, sversando quasi 250mila tonnellate di rifiuti, inclusi materiali pericolosi come l’amianto. Le conseguenze ambientali e l’impatto sulla salute dei cittadini di Napoli sono state devastanti.
Da cava a discarica abusiva: gravissime le accuse verso Bruno Sandone
Sandone era già stato rinviato a giudizio per non aver avviato la bonifica della cosiddetta “cava Suarez”, un incarico che aveva ricevuto almeno cinque anni fa. Per questo motivo, gli erano stati sequestrati tre milioni di euro.
Nonostante ciò, invece di procedere con la bonifica, l’imprenditore ha utilizzato il sito per smaltire illegalmente rifiuti di vario tipo. Questo comportamento ha provocato un grave danno ambientale, alterando l’equilibrio naturale del luogo e mettendo in pericolo la salute pubblica.
Secondo il comunicato congiunto delle Forze dell’Ordine, le azioni di Sandone hanno causato un’alterazione importante del sito, che ora richiederà interventi costosi e straordinari per essere bonificato.
L’area, situata in una zona densamente urbanizzata, è ora gravemente inquinata, esponendo un gran numero di persone a pericoli ambientali. La quantità di rifiuti illecitamente smaltiti è impressionante: la consulente ha valutato che il volume dei rifiuti equivale a quello di un edificio di 90 metri per 90 metri di base e un’altezza di sette-otto piani.
L’arresto di Sandone è stato eseguito dal Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza. La misura cautelare è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari di Napoli, Antonio Baldassarre, su richiesta della sezione Ambiente Edilizia Urbanistica dell’ufficio inquirente partenopeo. Oltre all’arresto, le autorità hanno sequestrato autocarri e macchine di proprietà dell’imprenditore, utilizzati per il trasporto e lo smaltimento illegale dei rifiuti.
L’impatto ambientale delle azioni di Sandone è devastante. L’area colpita dall’inquinamento richiederà interventi massicci e costosi per essere bonificata. La presenza di amianto e altri materiali pericolosi rappresenta un rischio molto importante per la salute pubblica, in particolare per le persone che vivono nelle vicinanze. La situazione è resa ancora più grave dal fatto che i rifiuti smaltiti illegalmente includono anche gli scarti dei lavori effettuati per la stazione della metropolitana di Capodichino.