Si chiamava Cristina Frazzica, la ragazza morta dopo un incidente in kayak: svolta nelle indagini

Fermato un uomo per la morte di Cristina Frazzica, la ragazza ha perso la vita in seguito ad un incidente in kayak.

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Morte di Cristina Frazzica: indagato un uomo (foto da Facebook) – Retididedalus.it

C’è un indagato per la morte di Cristina Frazzica, una ricercatrice trentenne, tragicamente travolta mentre si trovava in kayak, al largo delle coste di Posillipo, a Napoli. Un noto penalista napoletano è ora sotto indagine per omicidio colposo e omissione di soccorso in relazione a questo tragico incidente.

Fermato un uomo per la morte di Cristina: è un avvocato

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In foto, Cristina Frazzica (foto da Facebook) – Retididedalus.it

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, l’avvocato, il cui nome non è stato divulgato, possiede una delle tre barche sequestrate dalla Capitaneria di Porto nel pomeriggio di oggi. L’ipotesi degli inquirenti è che, dopo aver travolto la canoa di Cristina, l’uomo si sia allontanato per poi tornare e prestare soccorso al compagno della vittima, un avvocato napoletano di 33 anni. Resta da chiarire se l’indagato fosse consapevole dell’impatto iniziale.

Cristina Frazzica, originaria di Voghera in provincia di Pavia, si trovava a Napoli da novembre per studiare alla PharmaTech Academy dell’Università Federico II. Domenica scorsa, Cristina era uscita in kayak con un amico, quando sono stati travolti da una barca. L’incidente è avvenuto al largo delle coste di Posillipo. Nell’impatto, Cristina è stata colpita dalle eliche dell’imbarcazione, riportando ferite fatali. Il suo compagno di kayak, invece, è riuscito a tuffarsi in acqua e ad evitare di essere travolto.

Dopo l’incidente, il 33enne ha raccontato di aver raggiunto il kayak e di aver chiesto aiuto a una barca di passaggio, che ha poi lanciato l’allarme circa mezz’ora dopo. Il corpo di Cristina è stato recuperato dalla Capitaneria di Porto. L’autopsia, già disposta dalle autorità, sarà servirà per determinare se Cristina sia morta sul colpo o se un soccorso tempestivo avrebbe potuto salvarle la vita.

Gli investigatori stanno vagliando diverse ipotesi. Una delle più accreditate è che il soccorritore, un avvocato napoletano, possa essere lo stesso che ha travolto il kayak. L’uomo ha dichiarato di non essersi accorto dell’impatto iniziale, sostenendo che la sua attenzione sia stata richiamata solo successivamente dal giovane in acqua. Le prossime ore saranno decisive per verificare questa versione dei fatti.

Nelle prossime ore verranno effettuate perizie sulle tre imbarcazioni sequestrate, che sono state individuate anche grazie alle telecamere di sicurezza di Villa Rosebery, situata di fronte al luogo dell’incidente.

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