La santoreggia mi ha sorpreso: come coltivarla facilmente e godere dei suoi benefici

La santoreggia è una pianta aromatica originaria del bacino Mediterraneo, ideale per decorare il balcone e profumare l’ambiente.

Santoreggia sulla quale si è posata un'ape
Santoreggia sulla quale si è posata un’ape (Retididedalus.it)

Il nome scientifico è Satureja L., ma tutti la conoscono con il nome di santoreggia. Si tratta di una pianta aromatica originaria dei paesi che affacciano sul Mediterraneo, molto comune sul nostro territorio, ampiamente sfruttata per i suoi poteri terapeutici e anche per abbellire balconi e terrazzi con la sua esplosione di fiorellini bianchi e rosa.

Erba annuale, cespitosa, la santoreggia diffonde un gradevole profumo per l’ambiente. Le foglie sono di colore verde chiaro e ricoperte da una sottile peluria, mentre i fiori, che sbocciano in estate, sono molto delicati e disposti a grumi lungo lo stelo. La pianta si usa in cucina, per via del suo retrogusto affumicato, ideale per accompagnare uova, legumi, insalate e verdure cotte.

Come coltivare la santoreggia, pianta profumata, buona da mangiare e dal potere terapeutico

Satureja L pianta aromatica del Mediterraneo
Satureja L pianta aromatica del Mediterraneo (Retididedalus.it)

La santoreggia viene sfruttata per combattere alcuni problemi. In cosmetica, ad esempio, fare un pediluvio con foglie e fiori aiuta ad ammorbidire la pelle, dare sollievo ai piedi e a sgonfiare le caviglie. L’applicazione dell’infuso sul viso, invece, aiuta a tonificare la pelle e a profumarla. Altrimenti, si può usare come infuso per capelli, per purificare e rafforzare il bulbi piliferi.

Bere un infuso di questa pianta aiuta a lenire i sintomi influenzali, come tosse e raffreddore. Le sue proprietà antisettiche sono ideali per contrastare le infezioni intestinali, renali e polmonari. Le foglie, inoltre, applicate sulla pelle, danno sollievo dalle punture di insetto. In cucina si sposa bene con il rosmarino, per condire piatti come arrosto e patate al forno.

Ricca di vitamine e di minerali, questa pianta viene consumata e usata per il corpo da tempo immemore. In antichità era definita “l’erba del satiro”, in quanto si riteneva che, berla sotto forma di infuso, liberasse le persone da ogni freno inibitorio. È un afrodisiaco naturale per uomini e donne, per questo motivo era vietata in tutti i monasteri. Ho deciso di piantare queste piante, giugno è proprio il mese perfetto: mi aspetto grandi cose.

Il potere terapeutico della santoreggia, buona anche in cucina

La santoreggia nasce spontanea, specialmente nelle località montane, e cresce fino a 30 centimetri di altezza. Ama i climi temperati e richiede una buona esposizione solare. Si adatta a ogni tipo di terreno, per farla crescere in modo sano è consigliato eliminare con la zappa le parti secche del terreno. Le annaffiature devono essere regolari, specie in estate.

Si semina in primavera, i fiori sbocciano in piena estate, da fine giugno a fine settembre. Si può coltivare anche in vaso, il quale deve essere capiente. Il terreno ideale è quello tipico per gli ortaggi, magari da arricchire con argilla espansa. Occorre evitare i ristagni idrici, che rischiano di creare muffe e malattie fungine. Non è soggetta ad attacchi di parassiti.

Anzi, il suo odore infastidisce gli insetti invasori, tanto che molti agricoltori sono soliti coltivarla accanto alle piante dell’orto. Attira gli impollinatori, perciò svolge un ruolo prezioso per l’ecosistema. Le piante aromatiche le coltivo in un solo, grande vaso e il raccolto è sempre al top: il mio segreto.

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