Questi libri di filosofia hanno cambiato la mia percezione del mondo: come le idee possono donarci occhi diversi.
Non dimenticherò mai uno dei primi momenti nella mia vita in cui mi iniziai ad avvicinarmi davvero al pensiero filosofico. Ero a una delle mie prime lezioni all’università e il professore iniziò a leggere – per la prima volta in maniera diversa, probabilmente meno accademica rispetto al passato, le “Operette morali”. In particolare il professore si concentrò sul “Dialogo della Moda e della Morte”.
All’epoca però ancora non sapevo che l’attualità delle riflessioni di Giacomo Leopardi e la percepibile visione filosofica del poeta che andava pian piano delineandosi avrebbe rappresentato solo l’inizio di un lungo viaggio.
I libri di filosofia che mi hanno fatto avere “nuovi occhi”
Se ricordate già il film “Così parlò Bellavista” (1984) di e con Luciano De Crescenzo oppure state pensando di leggere “Così parlò Zarathustra” assieme “Al di là del bene e del male” del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche, allora potreste anche amare – in seguito – la lettura della “Storia della filosofia greca, medievale e moderna” dello stesso filosofo, scrittore e regista Luciano De Crescenzo.
Non dimenticando inoltre che il primo a parlare del mondo delle idee, l’Iperuranio, fu Platone, contrapponendolo al mondo delle cose, pensavo ora di donarvi un altro consiglio di lettura che, nel recente saggio dal titolo “La salvezza del bello”, ripercorre la visione filosofica di molti pensatori arrivando a generarne una tutta sua.
Si tratta del filosofo coreano Byung-Chul Han. Il suo saggio, edito da “Einaudi”, traccia un pensiero universale a partire dalle premesse finora conosciute e donate a noi da diversi pensatori, a partire da Dostoevskij, Rilke, Nietzsche e Adorno fino a ritornare ai Dialoghi di Platone.
Nelle sue riflessioni sulla digitalizzazione del mondo il professor Byung-Chul Han riprende le tracce lasciate dai pensatori europei per tracciare delle linee guide del pensiero e giungere a una delle questioni che da sempre i filosofi hanno indagato sin dai tempi antichi: la costante e mai definitiva ricerca della verità, in quanto esperienza. La scrittura del filosofo coreano, inoltre, scorrevole e arricchita da numerosi quesiti coinvolge il lettore nella contemporaneità più soggettiva arrivando a ipotizzare un nuovo modo di pensare il Bello.
I libri e i saggi di filosofia da leggere nel 2024
Frai libri e i saggi considerati fra tutti come i più attuali per il 2024 sarebbe impossibile non pensare alle opere di Simone De Beauvoir o di Walter Benjamin.
Se per quel che riguarda l’attuale parentesi connessa alla spiritualità nella scrittura, James Hillman, allievo di G.C. Jung, riprende nel suo “Il Codice dell’anima” innumerevoli citazioni di molti pensatori venuti prima di lui, fra cui lo stesso Platone, sarebbe altrettanto difficile non ricordare un’altra scrittrice testimone del suo tempo e impegnata a indagare le macerie della desolazione umana.
A tal proposito, visti i numerosi riferimenti rintracciati finora anche in pellicole cinematografiche uscite in sala negli ultimi mesi, come – ad esempio – “La zona d’interesse” del premio Oscar Jonathan Glazer, pare che se ci sia un saggio che risulti essere ancora oggi estremamente attuale si, di certo, quello de “La banalità del male” redatto della storica e filosofa tedesca Hannah Arendt negli anni Sessanta del secolo scorso.