Il riso in frigo può diventare tossico? Ti svelo per quanto tempo puoi conservarlo senza rischiare

Riso, per quanto tempo posso conservarlo in frigo senza che vada a male? Ti svelo alcuni trucchi per capire se il tuo riso è da buttare o no.

Riso ammuffito
Riso: come capire se è da buttare – Retididedalus.it

Con l’estate ormai in procinto di entrare nel vivo, spazio a pietanze fresche e nutrienti in grado di saziarci, ed anche di aiutarci a combattere la calura tipica della bella stagione. Che, diciamocelo, è uno dei pochissimi punti a sfavore dell’estate.

Se sei solito frequentare i balneari, ti capiterà spesso di osservare attorno a te persone che, per pranzo, non mancano di estrarre dal cilindro l’ormai popolarissima insalata di riso. Un piatto nutriente, perfetto da conservare in una borsa frigo, e soprattutto perfetto per essere condito con ingredienti anche molto diversi tra loro.

In un precedente articolo, a questo proposito, ti avevamo svelato cinque modi distinti per rendere sfiziosa e gustosa la tua insalata di riso. Non ci siamo mai soffermati, ciò nonostante, su un aspetto che, se vogliamo, è ancora più importante: quanto tempo possiamo conservarla in frigo?

Riso in frigo, può diventare tossico? Dopo quanto tempo faresti meglio a buttarlo

quanto si conserva il riso in frigo
Riso: i segnali che ti indicano che è andato a male – Retididedalus.it

Ovvio che no: gli alimenti che conserviamo nel nostro frigorifero non durano in eterno. Anche se, va specificato, ce ne sono alcuni in grado di mantenere intatte le loro proprietà molto meglio di altri.

Tornando alla nostra insalata di riso, la prima regola di cui devi ricordarti è quella di conservare il cereale separatamente dalle verdure e dalle proteine che avrai cotto. Così facendo, garantirai ai tuoi condimenti di mantenere la loro consistenza e il loro sapore molto più a lungo.

Quanto alla nostra fonte di carboidrati, veniamo ora alla risposta alla domanda che ci siamo posti all’inizio di questo paragrafo. Come valutare se il riso in frigo è da buttare o no? Gli esperti, come suggerisce anche un approfondimento di Gazzetta.it, hanno individuato quattro parametri da tenere in considerazione per valutare la salubrità del cereale.

I primi due, che vanno per così dire a braccetto, concernono proprio i mutamenti di colore e di consistenza. Se noti che il riso si è annerito, o che comunque presenti delle variazioni di tonalità rispetto a quando lo hai cotto, questo è il primo campanello d’allarme che deve porti sull’attenti.

Stesso discorso per la consistenza. Se, scrutandolo, ti accorgi che i chicchi si sono “incollati” tra loro e che la consistenza risulta viscosa al tatto, tieniti alla larga dal consumarlo. È il secondo segnale che deve allarmarti sul fatto che quel riso sia andato a male.

Riso andato a male, come riconoscerlo: sapore e odore sono altri due campanelli d’allarme

Gli ultimi due segnali di fronte ai quali faresti bene a storcere il naso riguardano sapore e odore. Su quest’ultimo punto non c’è neanche necessità di soffermarsi troppo. Se il riso conservato in frigo dovesse emanare un odore sgradevole, di certo, non dovrebbe mai sfiorarti la mente l’idea di assaggiarlo.

Se, invece, il cereale dovesse apparire proprio come se l’avessi appena cotto alla vista, ma, assaggiandolo, il sapore che avverti è acidulo e sgradevole, il consiglio non può che essere quello di stopparti subito. Quel riso, anche se all’apparenza non si direbbe, è sicuramente andato a male e deve essere subito gettato nel cestino dell’umido.

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