Marie Triepcke Kroyer è stata un’artista all’avanguardia, che ha rotto gli schemi: scopriamo i dettagli della sua vita tra amori tormenti e arte, il filo conduttore della sua esistenza.
Tra i nomi femminili che hanno segnato la storia dell’arte spicca quello di Marie Triepcke Kroyer, pittrice danese che non solo ha dato vita a opere d’arte sublimi, ma ha avuto il merito di aprire le porte delle scuole d’arte alle donne.
Progressista, talentuosa e precorritrice dei tempi, Marie è nata nel 1876 a Frederiksberg: oltre che per la sua carriera, è diventata nota per la storia d’amore con Peder Severin Krøyer, artista e massimo esponente del gruppo di pittori di Skagen, attivi in Danimarca nel XX secolo, dando vita a opere molto simili a quelle degli impressionisti (scopri qui un approfondimento sui luoghi a cui sono legati gli impressionisti).
Con la passione per l’arte nel dna, Marie è sempre stata propensa per le arti, sentendo fin da bambina il richiamo per la creatività, per poi crescendo appassionarsi a tal punto da spostarsi a Parigi per studiare arte. Se agli inizi lavorava come modella, il suo animo combattivo l’ha portata ad affermarsi come artista, cosa eccezionale per l’epoca. Nella splendida cornice della ville lumiere, l’artista ha conosciuto Kroyer, innamorandosene all’istante, malgrado fosse più grande di lei di 16 anni.
Diventati marito e moglie, il pittore ha ritratto più volte la sua amata in opere senza tempo. L’idillio è stato spezzato, però, dai problemi di salute mentale di lui che hanno incrinato la serenità della coppia. Il rapporto difficile con Kroyer ha spinto la pittrice tra le braccia del compositore svedese Hugo Alfven, con cui ha avuto un figlio, finendo per divorziare dal primo marito. Trasferitasi in Svezia, l’artista si è risposata con il compositore per poi, però, divorziare di nuovo.
Ricordata per essere uno dei principali soggetti dei quadri di Kroyer, per molti anni Marie ha vissuto nell’ombra del pittore. Nel timore che lui fosse più talentuoso e preparato di lei, è stata restia nel mettersi davanti alla tela. Nonostante questo la sua produzione ha catturato l’attenzione di molti, tanto che oggi la pittrice è ricordata come un’artista significativa dei suoi tempi. Oltre che pittrice, è stata anche progettista di arredi e una viaggiatrice. Nel corso della sua esistenza movimentata, è stata colpita dalla depressione (scopri qui tre musei da visitare almeno una volta nella vita).
L’anno scorso il volto di Marie è tornato al centro dei riflettori: un suo ritratto è stato usato per la copertina del libro “La portalettere” di Francesca Giannone, grande successo editoriale.
La donna che domina la copertina di questo splendido libro non è stata una portalettere, ma bensì è Marie Triepcke Kroyer: l’immagine fa parte del dipinto “Doppio ritratto” in cui l’artista è raffigurata insieme al primo marito.
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