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Estate al Mattatoio: il programma per seguire tutti gli eventi

Con la bella stagione ci piace visitare città d’arte ed esposizioni artistiche: al Mattatoio di Roma è possibile fare entrambe le cose contemporaneamente.

Al Mattatoio di Roma è prevista un’estate ricca di eventi artistici a cura del collettivo SPAZIO GRIOT (Retididedalus.it)

Quando sentiamo il termine mattatoio ci vengono in mente immagini disturbanti, che hanno ben poco di artistico. Ma il Mattatoio di cui vogliamo parlare oggi non è quello in cui si produce carne, ma lo spazio espositivo romano che ormai da 3 anni ospita SPAZIO GRIOT. Il collettivo è nato infatti dal genio creativo di Johanne Affricot, con lo scopo di dar voce alle realtà artistiche italiane meno conosciute.

Durante l’estate 2022, dunque, per la prima volta il collettivo si è inserito nei padiglioni 9a e 9b del Mattatoio, proponendo iniziative artistiche che sono ormai giunte alla loro terza edizione. Per quest’anno è previsto il progetto Riverberi, a cura di Affricot ed Eric Otieno Sumba e disponibile dal 20 giugno al 28 luglio.

Mattatoio di Roma: un’estate all’insegna dell’arte di denuncia sociale

Il progetto artistico del Mattatoio di Roma per l’estate 2024 si chiama Riverberi (Retididedalus.it)

L’idea è quella di concentrarsi sul concetto di potere ed egemonia e, soprattutto, sui mezzi che abbiamo a disposizione per sottarci alla loro influenza. Al Mattatoio sarà dunque possibile fruire delle tre videoinstallazioni ideate da Candice Breitz, Ligia Lewis e Monica de Miranda, ospitate presso la Pelanda a partire dal 20 giugno.

E visto che in estate abbiamo più tempo da dedicare a hobby e passioni, tutti gli amanti dell’arte e delle città d’arte potrebbero giovare di questo interessante progetto. A inaugurare il palinsesto sarà l’opera di Candice Breitz, dal nome Whiteface, nota per aver denunciato il regime sudafricano (ormai destituito nel ’94) nelle sue produzioni.

Dare voce a chi una voce non ce l’ha

In seguito toccherà ad A Plot A Scandal di Ligia Lewis, di cui oltre alla videoinstallazione esiste anche la versione performativa. Secondo l’artista è fondamentale opporsi “agli ideali eurocentrici del dominio dell’uomo bianco sulla terra“. Infine toccherà a Path To The Stars di Mònica de Miranda, un’opera di viaggio in cui l’artista si confronta con le proprie ombre.

È inoltre interessante notare come al Mattatoio siano presenti 3 opere di artiste donne. In questo senso Johanne Affricot, di origini haitiane e ghanesi, conferma la sua intenzione di dar voce a chi una voce, spesso, non ce l’ha.

Martina Di Paolantonio

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