Scattato il divieto di balneazione a causa di un’elevata concentrazione di batteri: si tratta dell’Escherichia Coli.
Il Comune di Ravenna ha emesso un’ordinanza temporanea di divieto di balneazione per la zona di Lido di Dante. Questo provvedimento riguarda in particolare i 300 metri a sud della foce dei Fiumi Uniti.
La decisione è stata presa dopo che l’unità operativa di igiene e sanità pubblica dell’Ausl Romagna ha riscontrato, tramite analisi microbiologiche, una concentrazione di Escherichia coli nelle acque marine superiore ai limiti consentiti. Questo batterio fecale è stato rilevato a livelli preoccupanti, probabilmente a causa delle forti piogge recenti che hanno colpito l’Emilia-Romagna.
Fino a quando ci sarà il divieto di balneazione?
Il divieto sarà revocato non appena l’Arpae (Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia) confermerà, attraverso nuove analisi, che i livelli di Escherichia coli sono tornati entro i limiti di legge. L’amministrazione comunale assicura che la comunicazione sulla revoca del divieto sarà tempestiva.
Altri divieti di balneazione sono stati imposti anche a Lido di Classe, nei 100 metri a nord della foce del fiume Savio, e a Lido di Savio, nei 150 metri a sud della stessa foce. Analoghi provvedimenti sono stati presi anche a Rivabella di Rimini e San Mauro Pascoli, sempre per la presenza di Escherichia coli.
L’Escherichia coli è un batterio che vive normalmente nell’intestino dei mammiferi, compreso l’uomo, e di alcuni uccelli. Fa parte della flora intestinale naturale e svolge un ruolo importante nella digestione. Però quando ingerito attraverso acqua, latte o cibo contaminati, o trasmesso tramite il contatto oro-fecale da persona a persona, può causare gravi malattie gastrointestinali e infezioni.
Gli effetti più comuni dell’infezione da Escherichia coli includono diarrea, crampi addominali, vomito e infezioni del tratto urinario. Nei casi più gravi, il batterio può provocare insufficienza renale e, in rare circostanze, la morte, specialmente se entra nel flusso sanguigno a causa di traumi intestinali. Questo rende indispensabile il monitoraggio delle sue concentrazioni nelle acque interne e costiere.