Sai davvero apprezzare le conseguenze del dubbio? Se dici frasi poco belle allo specchio potrebbero minare la tua autostima.
Mettersi in dubbio, tralasciare il proprio “io” per favorire il “sé”, a volte può non essere un passaggio così immediato. Talvolta, infatti, possiamo facilmente cadere in una trappola. Quella – ad esempio – innescata da interrogativi o da frasi poco “belle” indirizzate a noi stessi e che rischiano, a lungo andare, di mettere a repentaglio la nostra autostima. Come possiamo agire, allora, per evitare che ciò accada?
Il primo passo, secondo alcuni studi psicologici sull’argomento, sembra essere quello di riconoscere i dubbi propositivi da quelli che, invece, potrebbero soltanto danneggiarci. Essere troppo sicuri di sé può essere uno svantaggio, ma anche solleticare troppo spesso le nostre fragilità potrebbe non esserci affatto d’aiuto.
Dici queste frasi poco belle a te stesso? Può avere delle conseguenze sulla tua autostima
Il primo passo falso verso se stessi è il paragone. Se tendiamo, ad esempio, a paragonare le nostre sconfitte o le nostre debolezze ai punti di forza o ai successi altrui potremmo finire in un circolo vizioso volto ad alimentare famelicamente le nostre insicurezze, parlando quindi aspramente al nostro futuro.
Essere indulgenti verso se stessi, parlarsi e soprattutto – ascoltarsi – è, invece, il primo step che dovremmo compiere per avere più consapevolezza delle nostre capacità e delle nostre fragilità. Entrambe sono parte di noi e possono aiutarci a stare meglio con noi stessi.
Criticarsi oppure svalutarsi di fronte a una delusione o a un passo falso capita a tutti. Ma c’è differenza tra chi prende coscienza del proprio sbaglio e ne fa tesoro e chi, invece, cade nella trappola della colpa.
Rimuginare su un errore e associare questo a una nostra caratteristica non farà altro che innescare in noi un forte senso di colpa alimentato da emozioni negative. Emozioni di cui potremmo volentieri fare a meno, ma che: se riconosciamo, potrebbero aiutarci a lavorare su noi stessi. Un buon modo per farlo potrebbe essere, ad esempio, aggiungere nelle liste di cose da fare uno dei migliori libri sulla meditazione.
Niente paragoni: queste frasi sono poco gentili
Se essere compassionevoli con noi stessi esclude ogni possibile metro di paragone, non dobbiamo mai dimenticare che anche la più spiacevole delle emozioni vuole comunicarci un messaggio e per farlo passa attraverso il nostro corpo. Siamo noi il soggetto delle nostre emozioni e non qualcun altro. Perciò: niente paragoni.
Se alcuni libri ci aiutano ad “aprire” la nostra mente mettere da parte i paragoni ci permetterà di valutare autonomamente i nostri comportamenti e – perché no – anche i nostri sbagli con un metro di giudizio che si avvicini il più possibile a un’apertura verso una nuova occasione futura per “fare meglio”.
Eliminare – quindi – dalla nostra routine percorsi sterili di autocritica “allo specchio” diminuisce in maniera significativa le possibilità di alimentare pensieri ricorrenti e ossessivi verso noi stessi oppure di aggravare un principio di disturbo depressivo.