Il ventilatore viene spesso considerata l’alternativa valida al condizionatore. Ma quanto consuma se lo teniamo acceso durante l’intera notte?
Da qualche anno l’estate sta arrivando sempre più calda e afosa. Questa situazione è causata dal riscaldamento globale che sta innalzando la temperatura del pianeta. Per questa ragione l’estate non è più come prima, viene vissuta male soprattutto da chi soffre di abbassamenti di pressione. Numerose persone, infatti, stanno scegliendo come mete estive mete fredde, invece di mare e spiagge paradisiache. I posti più consigliati per chi odia il caldo e cerca un modo per rinfrescarsi sono questi.
Un po’ di sollievo sembra essere solo l’aria condizionata, soprattutto in casa. Ormai il climatizzatore. è presente in quasi tutte le case degli italiani. Anche se, nei confronti di questo elettrodomestico vi è un sentimento di odio e amore. È vero che dona una sensazione di sollievo, ma allo stesso tempo incide parecchio sulle bollette perché consuma parecchio. Inoltre l’aria condizionata può causare malanni, soprattutto per gli sbalzi termici con l’esterno. Per ridurre i costi in bolletta, bisogna quindi utilizzarlo in modo sostenibile e responsabile, oppure puntare su alternative.
Parliamo quindi del ventilatore. Questo, tramite un escamotage, può fungere quasi da condizionatore diffondendo aria fredda. Ma qual è il suo consumo? Ma soprattutto quanto ci viene a costare se lo lasciamo acceso tutta la notte?
Quanto costa tenere acceso il ventilatore tutta la notte
Durante le notti estive, spesso caratterizzate da temperature elevate, l’uso di aria condizionata o ventilatori è essenziale per garantire un sonno riposante. Tuttavia, mentre i condizionatori richiedono un consumo energetico maggiore, anche i ventilatori comportano delle spese che variano in base a diversi fattori. I condizionatori offrono il massimo comfort, ma comporta costi elevati per l’acquisto, l’installazione e il consumo energetico, che non sono accessibili a tutti.
In queste circostanze, i ventilatori rappresentano una scelta più comune, anche se è naturale chiedersi quanto incidano economicamente. Non esiste una formula precisa per calcolarne il consumo, poiché questo dipende da vari elementi come la potenza del dispositivo, il tempo di utilizzo e il costo dell’energia elettrica. In media, un ventilatore che funziona per 8 ore consuma circa 0,36 kWh, con un costo stimato intorno agli 0,05 euro. Tuttavia, questa è una stima approssimativa e il costo finale può variare significativamente.
Il consumo di un ventilatore dipende principalmente dal modello. Ad esempio, i ventilatori a soffitto hanno una potenza che varia dai 10W ai 60W, mentre quelli da tavolo o con piantana vanno dai 20W ai 40W. In media, il consumo oscilla tra i 30W e i 60W. Va notato che l’etichetta del dispositivo indica il consumo massimo, che corrisponde alla velocità più alta.
Per calcolare il consumo effettivo, bisogna considerare la velocità impostata, le ore di utilizzo e il costo dell’energia elettrica. Ad esempio, un ventilatore da 45W, impostato a metà potenza, consumerà la metà della sua capacità massima. Il costo dell’energia elettrica varia in base al contratto dell’utente, ma mediamente si aggira intorno agli 0,15 euro per kWh nelle ore serali e notturne.
Il consumo di un ventilatore si calcola moltiplicando la potenza erogata per il numero di ore di uso e poi moltiplicando il risultato in kWh per il costo dell’energia. Supponendo un ventilatore da 45W utilizzato per 8 ore, si ha un consumo di 0,36 kWh, che moltiplicato per 0,15 euro per kWh risulta in un costo di circa 0,054 euro, ovvero poco più di 5 centesimi per notte, molto meno rispetto a un condizionatore.
Sebbene i ventilatori non offrano lo stesso livello di comfort dei condizionatori, poiché si limitano a muovere l’aria senza raffreddarla realmente e possono essere più rumorosi, il loro impatto economico è nettamente inferiore. Tuttavia, è importante fare attenzione alla polvere, soprattutto per chi soffre di allergie, poiché il ventilatore tende a disperderla nell’aria.