Finiranno a processo l’amica e la madre della ragazzina 13enne deceduta in seguito ad un incidente stradale.
Il tragico incidente che ha tolto la vita ad una ragazzina di soli 13 anni è ora al centro di un procedimento giudiziario che vede coinvolte la madre e l’amica della donna. Il processo stabilirà se vi siano state negligenze da parte delle due donne e se queste abbiano contribuito in modo determinante alla morte della giovane.
Una tragica vicenda risalente a novembre scorso ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio per due donne, la madre ed un’amica, a seguito della morte di una ragazzina di tredici anni in un incidente stradale avvenuto sulla via Laurentina, a Roma.
La giovane, che si trovava in auto con le due donne, è morta sul colpo durante lo schianto, e secondo le ricostruzioni degli inquirenti, non indossava la cintura di sicurezza al momento dell’impatto. L’incidente è avvenuto nella notte tra il 3 e il 4 novembre 2023.
Le due donne, Betty Sortile e la madre della ragazza, avevano deciso di trascorrere la serata insieme ad Anzio e al termine della cena erano risalite in macchina per fare ritorno a Roma. Erano circa le due di notte quando, mentre percorrevano via Laurentina l’auto ha sbandato. Sortile, che era alla guida, ha perso il controllo del veicolo.
La donna alla guida non ha visto una rotatoria e l’auto si è ribaltata e, mentre le due donne che si trovavano nei sedili anteriori sono rimaste illese, la tredicenne, seduta sui sedili posteriori, è stata sbalzata fuori dall’auto, riportando ferite gravissime che le sono costate la vita. L’assenza della cintura di sicurezza ha contribuito in modo determinante alla tragedia.
Dopo una serie di indagini, i Pubblici Ministeri hanno richiesto il rinvio a giudizio sia per Betty Sortile che per la madre della vittima. Sortile, che si trovava al volante al momento dell’incidente, è accusata di omicidio stradale e di aver superato il limite di velocità consentito contribuendo così al ribaltamento dell’auto.
La madre della ragazza è accusata di omessa vigilanza. Secondo gli inquirenti, avrebbe dovuto controllare che la figlia avesse sempre la cintura allacciata durante il viaggio, specialmente considerando che era minorenne.
La madre ha dichiarato che la figlia aveva la cintura allacciata all’inizio del viaggio, ma potrebbe averla tolta durante il tragitto, forse mentre dormiva. Ma gli inquirenti sostengono che la madre avrebbe dovuto rimanere sveglia e vigilare su di lei, indipendentemente dal fatto che la ragazza avesse scelto autonomamente di togliersi la cintura.
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