Ricaricare le batterie ogni giorni e per il tempo necessario, solo così si possono affrontare davvero gli impegni dell’intera giornata. È la rivincita del pisolino.
In Messico la chiamano siesta, nel mondo anglosassone è conosciuta come power nap, qui da noi è il pisolino. Bistrattato dai più, il break pomeridiano dopo il pranzo è in realtà uno dei modi migliori che abbiamo per ricaricare le pile il tempo necessario e riuscire ad affrontare i restanti impegni della giornata.
A conclamare la bontà del pisolino non sono i suoi amanti, quelli che a discapito dei pregiudizi lo praticano da anni, ma oramai dopo anni di controversie e luoghi comuni è la stessa comunità scientifica ad ammettere che sì, dormire un po’, il giusto dopo pranzo ha importanti benefici psicofisici.
Mettiamo da parte che la siesta sia l’idea della nullafacenza che spesso si associa alle popolazioni del Sud, sempre pronte a chiudere gli occhi e rilassarsi senza pensare a quello che c’è da fare e darsi una mossa. Il riposino ci permette è rigenerante ed efficace dal punto di vista cognitivo, ci permette di trovare nuove energie ma soprattutto aumenta la produttività.
Insomma qualcosa da provare anche per gli stacanovisti che dopo pranzo si rimettono subito a lavoro salvo poi arrivare a fine giornata completamente distrutti. Ormai oggi il riposino è stato completamente rivalutato e anzi è considerata una delle azioni da mettere in pratica per un corretto stile di vita. Lo sostengono neurologi e psichiatri che si avvalgono dell’aiuto di numerosi studi pubblicati su riviste internazionali.
Ma se da una parte si sdogana definitivamente il sonnellino post pranzo dai pregiudizi che l’hanno sempre accompagnato, dall’altro c’è da segnalare che oggi è praticato poco anche da quelle popolazioni che fino ad un decennio fa non vi avrebbero mai rinunciato: uno studio del 2017 in Spagna ha svelato che oltre il 60% degli intervistati ormai non fa più la siesta e chi ancora ci riesce la pratica solo nei giorni liberi. Stesso discorso per Francia e Italia. Eppure l’Economist in un recente servizio ha sottolineato come riabilitare questa pratica in ogni angolo del mondo sia cosa buona e giusta.
Attenzione però a quanto di dorme. Il timing perfetto? Secondo i neurologi andrebbe dai 10 ai 15 minuti, per l’esattezza 13 sono più che sufficienti a ritrovare la giusta energia e concentrazione. Il sonnellino, inoltre, non solo ristabilisce la giusta concentrazione che cala fisiologicamente a metà giornata, ma ci permette anche di avere maggiore pazienza.
E per quanto riguarda l’orario perfetto? Non c’è un momento giusto per la siesta, bisogna farla quando si ha la possibilità di farla; il che vuol dire dopo pranzo così come alle 4 del pomeriggio se gli impegni non permettono prima.
C’è però un limite di tempo da non superare. La maggior parte dei neurologi sono concordi nel fatto che la power nap non debba andare oltre i 20-30 minuti al massimo. Anzi in questo caso si hanno anche minori possibilità di incappare in problematiche come la pressione alta.
Un orario da seguire e rispettare, sottolineano gli esperti, perché andare oltre -c’è chi si spinge anche ai 90 minuti- può provocare l’effetto opposto oltre che aumentare le possibilità di incappare in patologie come l’obesità.
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