Volete vedere la spada nella roccia? Non dovete attraversare la manica, ma solo le colline toscane: ecco la legenda di San Galgano.
La spada nella roccia è un mito affascinante che racconta la legittimità di un Re e del suo potere, ma da dove nasce questa storia? La legenda che viene narrata di Re Artù non sembra essere originaria d’oltre manica, ma potrebbe avere una sua base di partenza fra le colline toscane. Siamo nell’abazia di San Galgano, un luogo meraviglio, che custodisce una reliquia unica e che, ancora oggi, è oggetto di studio e di interesse turistico e religioso: la spada nella roccia.
Sì, esiste davvero ed è ad un passo dalla splendida Siena, a soli 30 km. Ma di suggestivo non c’è solo la spada nella roccia, ma andiamo per gradi. Se ci si immerge nelle colline toscane, fra i colori e i cipressi che accompagnano il nostro viaggio, arriviamo alle rovine dell’abazia di San Galgano. Non parliamo di ruderi o parti della struttura, parliamo di rovine nel loro senso più cinematografico e affascinante che abbiamo modo di immaginare.
Le rovine dell’abazia, infatti, non ci lasciano immaginare la struttura, ma ce la mostrano in un quadro unico nel suo genere. Abbiamo la possibilità di scoprire ed entrare in una bellissima struttura architettonica integra che accompagna i nostri passi con il prato e i nostri occhi con le nuvole. Mancante del soffitto, la struttura si erge immersa come immersa nel cielo, libera da qualunque fonte meteorologica. Abbiamo la possibilità di visitare un’abazia del 1224 dalle 16 campate scandite da splenditi pilastri, in un disegno di luci e ombre della natura che ci mostra la sobrietà dell’architettura.
Un’esperienza che non potete mancare. La sua bellezza è unica nel suo genere, avvolti dall’architettura medievale e la natura, in onore alla storia del santo che si racconta aver vissuto da eremita fra quei luoghi, difeso dai lupi. E in questo racconto noi possiamo camminare dentro l’abazia, libera del suo tetto e parte del suo pavimento e vivere la stessa sensazione del santo: natura e cultura, ambiente e religione. Ma chi era San Galgano e perché in questa abazia, ben custodita, troviamo una spada nella roccia.
La storia (o legenda, lascio a voi i giudizi) di San Galgano racconta la vita di un uomo dedito al mondo militare, un cavaliere medievale, sommerso dai vizi e dai divertimenti della vita mondana. Primo santo ad essere canonizzato tramite un processo formale della Chiesa, abbiamo molte informazioni sulla sua vita. Di nobili origini da parte di padre, nato nel 1148, si parla di lui come di un’uomo arrogante, violento e vanitoso. Durante la sua vita Galgano subì una radicale trasformazione alla visione dell’Arcangelo Michele, diventando un uomo dedito al volere di Dio. l’Arcangelo gli indicò la via della redenzione, identificandola nella vita eremitica.
Quando Galgano annunciò della sua scelta fu sbeffeggiato da tanti e alcuni cercarono di persuaderlo. In particolare la madre alla fine lo convinse ad andare almeno a salutare la propria compagna. Così il futuro santo si mise a cavallo e nel mezzo del percorso non riuscì più a gestire il destriero che lo disarciona. Nella caduta sentì una forza e una sensazione che gli diceva di andare al Monte Siepi. Giunto a meta una voce e una visione di Gesù, Maria e gli apostoli lo esortarono ad abbandonare la vita mondana e tutti i piaceri connessi. Galgano, dubbioso dopo i tanti commenti dei suoi amici e familiari, si dimostrò scettico.
Con l’arroganza che caratterizzava il carattere del cavaliere quasi sfidò il divino, dimostrando il suo scetticismo, affermando che compiere questa scelta era facile come rompere una roccia con la sua spada. Così sguainò la spada e decise di dimostrarlo puntando una roccia. Fu così che, miracolosamente, l’arma penetrò nella roccia con grande facilità e Galgano capì il volere di Dio.
Questa la legenda, la storia che ha caratterizzato San Galgano nel 1200 e che ha girato per tutta l’Europa. Una storia che vede la redenzione di un uomo, la sua sicurezza e la forza del volere di Dio. Una forza che ha legittimato la santificazione e il valore del santo che ancora oggi noi ricordiamo e che i ruderi dell’abazia ci lasciano nell’immaginario toscano.
Data questa storia e la fruibilità con la quale viaggiò in tutta Europa è normale pensare che la storia britannica nasca da qui. Lo studio scientifico svoltosi, inoltre, sulla spada ha confermato l’origine del XII secolo, avvalorando ancora di più la tesi. Per quanto si possa credere o meno sulla storia della reliquia, il dato storico che la inserisce nel XII secolo ci fa credere che sia veramente stata d’ispirazione alla storia che legittimò il potere del grande Re Artù. Un santo infilò la spada nella roccia e un Re la sfilò, un grande valore storico e di potere assunto dallo stesso Re, anche se non con la stessa spada.
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