Chi si comporta male in classe rischia la bocciatura: il voto in condotta torna ad avere un peso

La riforma, ideata e promossa dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, rappresenta uno dei principali interventi del governo attuale sul fronte educativo

Mercoledì 25 settembre, un importante cambiamento ha segnato il futuro del sistema scolastico italiano. Con 154 voti favorevoli, 97 contrari e 7 astenuti, la Camera ha dato il via libera a una riforma che promette di rivoluzionare il modo in cui viene valutato il comportamento degli studenti nelle scuole italiane.

Una riforma controversa

Il provvedimento più discusso tra quelli inclusi nel disegno di legge riguarda proprio il voto in condotta. Questo aspetto della valutazione degli studenti è stato reso più severo e determinante nel percorso di studi. La riforma, ideata e promossa dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, rappresenta uno dei principali interventi del governo attuale sul fronte educativo.

Uno studente intento a scrivere
Uno studente intento a scrivere | Unsplash @Unseen Studio – Retididedalus.it

Nonostante l’intento dichiarato di migliorare la disciplina e l’impegno degli studenti, fin dall’inizio questa proposta ha sollevato critiche da parte di pedagogisti e insegnanti. Essi vedono nella riforma una concezione autocratica e gerarchica della scuola che potrebbe non essere efficace nel raggiungere gli obiettivi formativi desiderati.

Il ritorno del voto in condotta

La novità più significativa introdotta dalla legge è la reintroduzione del voto in condotta nelle scuole secondarie di primo grado, dove era stato abolito nel 2017 dalla ministra Valeria Fedeli. Ora sarà espresso nuovamente in decimi e avrà un impatto diretto sulla possibilità per lo studente di essere promosso o meno: se alla fine dell’anno tale voto sarà inferiore a 6, lo studente rischierà la bocciatura o non sarà ammesso all’esame finale se si trova all’ultimo anno.

La stessa regola vale per le scuole superiori: oltre al rischio di bocciatura o mancata ammissione all’esame di Stato con un voto inferiore a 6, gli studenti dovranno presentare un “elaborato critico” su tematiche legate alla cittadinanza attiva qualora ottenessero esattamente 6. L’insufficienza nell’elaborato comporterà l’impossibilità di procedere al passaggio successivo o all’esame finale.

Provvedimenti disciplinari più severi

La legge introduce anche misure più severe riguardanti i provvedimenti disciplinari come le sospensioni. Per quelle fino a due giorni verranno richieste “attività di approfondimento” sulle conseguenze dei comportamenti scorretti; per sospensioni superiori, agli studenti verrà richiesto invece l’impegno in “attività di cittadinanza solidale“.

Cambio di rotta anche alle elementari

Anche le scuole primarie vedranno cambiamenti significativi con l’introduzione dei giudizi sintetici (“ottimo”, “distinto”, ecc.) al posto dei giudizi descrittivi precedentemente utilizzati. Questo cambio è stato oggetto di contestazioni poiché i giudizi descrittivi sono considerati più efficaci nell’evidenziare il processo d’apprendimento degli alunni piuttosto che limitarsi a una valutazione sommaria delle loro prestazioni finalistiche.

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