Lo stop dei treni è stato causato da un chiodo? Non è proprio così

Dietro ai ritardi e alle cancellazioni c’è stata una complessa serie di errori e guasti che hanno impedito ai tecnici di intervenire quando necessario

Il recente blocco della circolazione dei treni presso la stazione di Termini, che ha generato ritardi su quasi tutte le linee dell’alta velocità, ha sollevato numerose polemiche e interrogativi. Inizialmente attribuito a un singolo incidente causato da un operaio che avrebbe piantato un chiodo in una posizione errata, il fermo si è rivelato essere il risultato di una serie di errori e guasti più complessi.

Una catena di errori

Mercoledì scorso, la situazione caotica alla stazione di Termini ha attirato l’attenzione del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che ha puntualizzato come l’incidente sia stato scatenato dall’errore di un operaio appartenente a una ditta esterna incaricata della manutenzione.

Dei passeggeri bloccati nella stazione di Termini
Dei passeggeri bloccati nella stazione di Termini | ANSA/ANGELO CARCONI – Retididedalus.it

Questa persona avrebbe infatti piantato un chiodo in una canalina contenente cavi elettrici essenziali per il funzionamento della stazione. Tuttavia, RFI (Rete Ferroviaria Italiana) sottolinea come oltre a questo errore vi siano stati altri guasti significativi alla rete elettrica.

La manutenzione notturna

L’intervento di manutenzione ordinaria era stato programmato per essere eseguito con precisione e in condizioni di sicurezza. Al capisquadra erano stati forniti dettagliati programmi lavorativi e schemi dei cavi da non toccare. Nonostante ciò, tra le 2:00 e le 3:00 del mattino, si è verificata l’imprevista installazione del fatidico chiodo nella canalina di plastica che proteggeva i cavi vitali per la distribuzione dell’elettricità all’interno degli edifici della stazione.

Il sistema di emergenza

La sala operativa di Termini rappresenta il cuore pulsante del traffico ferroviario; qui vengono gestiti tutti gli aspetti cruciali relativi ai binari, agli scambi ferroviari e alla sicurezza. L’interruzione dell’alimentazione o qualsiasi calo improvviso nella tensione attiva immediatamente sistemi alternativi come UPS (Uninterruptible Power Supply) o gruppi elettrogeni per garantire continuità operativa. Tuttavia, nel caso specifico del blocco a Termini, anche questi sistemi hanno fallito nel loro compito principale.

Le conseguenze immediate

A seguito dell’interruzione energetica non segnalata correttamente – forse per via del fatto che il cavo non è stato tranciato di netto dal chiodo – la sala operativa si è spenta completamente intorno alle 6:20 a causa delle batterie scariche degli UPS senza che nessun tecnico intervenisse tempestivamente. Ciò ha portato al blocco totale della circolazione ferroviaria coinvolgendo circa 180 treni tra alta velocità e intercity con cancellazioni massicce o ritardi significativi.

Interventi tecnici post-blocco

I tecnici RFI sono intervenuti prontamente dopo l’accaduto per riattivare i gruppi elettrogeni ed assicurare nuovamente l’alimentazione alla sala operativa; tuttavia queste azioni, necessarie per riavviare completamente il sistema informatico ed assicurare la piena funzionalità della stazione, hanno richiesto più tempo del previsto. Le operazioni più lunghe sono state quelle messe in atto per riavviare il sistema informatico e configurare tutte le funzionalità della stazione.

Quest’incidente mette in evidenza non solo l’importanza critica delle procedure operative standardizzate ma anche la necessità vitale di mantenere sistemi efficaci per prevenire simili disastri in futuro. La sospensione del contratto con la ditta responsabile della manutenzione rappresenta solo uno dei primissimi passaggi verso una revisione più ampia delle politiche operative vigenti all’interno delle infrastrutture ferroviarie italiane.

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