Attualmente conta più di 10mila soldati provenienti da circa 50 paesi diversi oltre a circa 750 civili impegnati nelle operazioni sul campo
La Missione UNIFIL, acronimo di United Nations Interim Force In Lebanon (Forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite), è tornata prepotentemente alla ribalta delle cronache internazionali a seguito di un attacco subito da alcune sue basi nel sud del Libano. L’episodio, avvenuto giovedì 10 ottobre e perpetrato dall’esercito israeliano, ha causato ferite a due persone e sollevato un’ondata di critiche internazionali nei confronti di Israele. La comunità internazionale, Italia inclusa, ha espresso forte disappunto per l’attacco al personale ONU, sottolineando come tali azioni non dovrebbero mai verificarsi.
La nascita dell’UNIFIL risale al 1978 quando il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite decise la sua istituzione in risposta all’invasione israeliana del Libano. Questo intervento militare aveva lo scopo di contrastare gli attacchi dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) che utilizzava il territorio libanese come base per le sue operazioni contro Israele.
La missione fu concepita con l’intento primario di garantire il ritiro delle forze israeliane dal sud del Libano e contribuire alla stabilizzazione della regione attraverso il ripristino della pace e della sicurezza.
Negli anni successivi alla sua creazione, la missione UNIFIL ha visto vari cambiamenti nel suo mandato in risposta alle mutevoli dinamiche geopolitiche nella regione. Dopo ulteriori invasioni israeliane del territorio libanese negli anni ’80 e ’90, culminate con il ritiro definitivo nel 2000, l’ONU delineò una linea demarcativa provvisoria nota come Blue Line. Tuttavia, fu solo dopo il conflitto del 2006 tra Israele e Hezbollah che si assistette a un significativo ampliamento delle competenze dell’UNIFIL con la risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Questa nuova fase prevedeva un ruolo più incisivo nel monitoraggio della cessazione delle ostilità insieme all’esercito regolare libanese.
Nonostante gli sforzi profusi negli anni dalla comunità internazionale attraverso l’UNIFIL per garantire stabilità nella regione confinante tra Israele e Libano, numerosi sono ancora oggi gli ostacoli da superare. La presenza militarizzata di Hezbollah nel sud del Libano rappresenta una sfida costante alla piena realizzazione degli obiettivi dell’UNIFIL a causa sia della debolezza strutturale dell’esercito libanese sia dei limiti impostati dal mandato stesso della missione ONU.
Attualmente l’UNIFIL conta più di 10mila soldati provenienti da circa 50 paesi diversi oltre a circa 750 civili impegnati nelle operazioni sul campo. L’Italia gioca un ruolo significativo all’interno della missione con circa mille soldati dispiegati sul terreno ed è rappresentata anche attraverso la figura del portavoce Andrea Tenenti. L’impegno multinazionale sotto l’egida delle Nazioni Unite testimonia l’importanza attribuita dalla comunità internazionale al raggiungimento degli obiettivi prefissati dall’UNIFIL nonostante le complessità incontrate sul campo.
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