Le dichiarazioni del Pontefice sono state percepite da molti come un passo indietro nel cammino verso l’uguaglianza di genere
Più di 500 cittadini belgi hanno manifestato il loro dissenso nei confronti della Chiesa Cattolica, richiedendo formalmente di essere sbattezzati. Questa ondata di richieste segue le recenti affermazioni di Papa Francesco riguardanti i diritti delle donne e l’aborto, pronunciate durante la sua visita all’Università Cattolica di Louvain-La-Neuve. Le sue parole, che hanno descritto la legislazione sull’aborto come una “legge assassina” e i medici che praticano l’interruzione volontaria della gravidanza come “assassini a pagamento”, hanno scatenato un’ondata di indignazione in tutto il Paese.
L’università ha espresso “incomprensione e disapprovazione” per le posizioni espresse dal pontefice, soprattutto in merito al ruolo attribuito alle donne, descritte con termini quali “dedizione feconda, accogliente, nutriente e vivificante”. Queste dichiarazioni sono state percepite da molti come un passo indietro nel cammino verso l’uguaglianza di genere. Di conseguenza, 524 persone hanno deciso di inviare una lettera aperta alle autorità ecclesiastiche belghe per esprimere il proprio disappunto.
La lettera aperta non si limita a contestare le parole del Papa sull’aborto e sul ruolo delle donne nella società ma critica anche la Chiesa per la sua gestione degli scandali legati agli abusi sessuali commessi da membri del clero. I firmatari lamentano “l’assenza di misure concrete” volte a sostenere e risarcire le vittime.
Un altro punto controverso sollevato nella lettera riguarda la decisione del Papa di avviare il processo di beatificazione dell’ex sovrano belga Re Baldovino, noto per la sua ferma opposizione all’aborto.
Le reazioni alle dichiarazioni papali non si sono limitate ai cittadini comuni o all’ambiente accademico; anche il primo ministro belga Alexander De Croo ha espresso pubblicamente il suo dissenso. Definendo “inaccettabili” le parole pronunciate da Francesco durante la visita in Belgio, De Croo ha evidenziato come tali commenti non riflettano gli standard moderni relativamente ai diritti umani e alla libertà individuale. Il premier ha inoltre annunciato l’intenzione del governo belga di convocare il nunzio apostolico per discutere approfonditamente della questione.
Quest’episodio mette in luce una profonda divisione tra parte della società civile belga e la Chiesa Cattolica su tematiche fondamentali quali i diritti delle donne, l’autonomia personale nell’ambito della salute riproduttiva ed il rispetto verso chi decide diversamente sulla base dei propri principi etici o religiosi. La forte reazione suscitata dalle parole del Papa testimonia quanto sia sentita nel Paese la necessità di un dialogo aperto ed inclusivo su questi temi delicati.
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