I dati raccolti attraverso 24.043 segnalazioni dei cittadini nel 2023 mostrano tempi d’attesa che variano dai 159 ai 526 giorni
Il terzo Rapporto civico sulla salute, presentato da Cittadinanzattiva a Roma, ha messo in evidenza una situazione allarmante per il sistema sanitario nazionale: l’allungamento dei tempi d’attesa per prenotare visite ed esami medici. I dati raccolti attraverso 24.043 segnalazioni dei cittadini nel 2023 mostrano tempi d’attesa che variano dai 159 ai 526 giorni per prestazioni che dovrebbero essere garantite in tempi molto più brevi, sottolineando una criticità importante nella gestione della sanità pubblica.
Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva, ha evidenziato come la sanità pubblica abbia subito tagli significativi negli anni passati, diventando un “salvadanaio” per coprire altre spese. Nonostante le promesse di riforme e investimenti con il Pnrr e la Riforma dell’assistenza territoriale (Dm 77/2022), le risorse appaiono ancora insufficienti o mal impiegate.
Questo lascia i Livelli essenziali di assistenza non aggiornati dal 2008, creando un gap tra le necessità dei cittadini e i servizi offerti.
Quasi la metà delle lamentele raccolte riguardano difficoltà nel rapporto con il proprio medico di famiglia o pediatra. I cittadini denunciano una mancanza di tempo dedicato alle visite e carenze informative che compromettono la qualità dell’assistenza ricevuta, evidenziando un problema significativo nelle cure primarie che rappresentano il primo punto di contatto del cittadino con il sistema sanitario.
Nonostante le aspettative legate alla riforma dell’assistenza territoriale e agli investimenti del Pnrr, molti cittadini lamentano una realtà ben diversa da quella promessa. L’assistenza sanitaria sul territorio appare sempre più distante dalle necessità della popolazione, aggravando ulteriormente la situazione e creando un divario tra i servizi offerti e le effettive esigenze sanitarie dei cittadini.
Un dato allarmante emerge dall’indagine: circa 4,5 milioni di italiani hanno dovuto rinunciare a cure mediche a causa delle lunghe liste d’attesa o per motivi economici. Questo fenomeno colpisce soprattutto gli anziani e le donne adulte, accentuando le disuguaglianze nell’accesso alle prestazioni sanitarie ed evidenziando una criticità importante nella capacità del sistema sanitario nazionale di garantire l’universalità dell’accesso alle cure.
I pronto soccorso sono uno dei punti critici del sistema sanitario nazionale con lunghe attese prima del contatto con l’operatore telefonico, sovraffollamento nei reparti d’emergenza e carenza cronica di personale. Queste problematiche sottolineate dai cittadini richiedono interventi urgenti per migliorare l’efficienza organizzativa complessiva del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) ed evitare ulteriori conseguenze negative sulla salute pubblica.
Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha commentato i risultati del rapporto sottolineando l’esigenza urgente di invertire questa tendenza negativa attraverso maggiori investimenti nel settore pubblico ma anche miglioramenti nell’efficienza organizzativa complessiva del SSN.
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