La rottura tra il presidente e il garante sembra segnare un punto di non ritorno, con decisioni che potrebbero cambiare il futuro del movimento
Il panorama politico italiano è testimone di una crescente frammentazione, in cui le tensioni interne al Movimento 5 Stelle (M5S) si fanno sempre più evidenti. La rottura tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo sembra segnare un punto di non ritorno, con decisioni che potrebbero cambiare il futuro del movimento.
Il licenziamento di Grillo
La notizia del “licenziamento” di Beppe Grillo da parte dell’attuale presidente del M5S, Giuseppe Conte, ha generato grande scalpore. Questo evento è stato reso pubblico attraverso le pagine dell’ultimo libro di Bruno Vespa ed è il culmine di settimane cariche di tensioni. La decisione di non rinnovare il contratto annuale da 300mila euro a Grillo rappresenta una svolta significativa per il movimento, motivata dalla volontà di Conte di eliminare una controcomunicazione dannosa.
Le ragioni dello strappo
Nel dettaglio delle sue motivazioni, Conte ha spiegato di non aver mai digerito l’idea che Grillo percepisse un compenso per il suo ruolo di garante, perché si tratta di una funzione che ha “un intrinseco valore morale e non è compatibile con alcuna retribuzione”.
Nonostante ciò, era stato trovato un compromesso per valorizzare le capacità comunicative di Grillo a vantaggio dell’M5S. Ora questo equilibrio sembra definitivamente compromesso.
La reazione della comunità M5S
Davide Casaleggio entra nel dibattito sottolineando la sua percezione riguardo a una partecipazione ormai superficiale all’interno del Movimento e critica la direzione presa sotto la guida di Conte. Le sue parole sono l’espressione di un malcontento diffuso, che prospetta scenari poco ottimistici per l’M5S. “Non so perché sia uscita proprio oggi questa notizia del ‘licenziamento’ di Grillo da parte di Giuseppe Conte, è un po’ strano che Conte lo dica a Vespa e non a Beppe o agli iscritti”, ha dichiarato il figlio del co-fondatore del Movimento durante un intervento a “Un giorno da pecora”. “C’è una finta partecipazione, con degli iscritti che non si sa chi siano, Conte ha estratto queste persone, ma non si sa come, ne hanno fatto fuori parecchi durante l’estate, e infatti Grillo ha chiesto quanti fossero gli iscritti al Movimento”, ha aggiunto Casaleggio parlando sul processo costituente voluto da Conte. “Tra Conte e Grillo ne resterà uno solo? Sì, ma un solo elettore se continuano così…”, ha poi chiosato.
Toninelli contro Conte
Anche Danilo Toninelli prende posizione nella controversia attaccando direttamente Giuseppe Conte e accusandolo di ingratitudine verso Beppe Grillo, senza il cui supporto iniziale – secondo Toninelli – Conte non avrebbe raggiunto le posizioni politiche attuali. Queste dichiarazioni contribuiscono ad acuire ulteriormente le tensioni esistenti.
La difesa dei fondi parlamentari
A complicare ulteriormente lo scenario ci sono questioni finanziarie interne all’M5S. Un esposto presentato da Maurizio Gasparri solleva dubbi sulla correttezza nell’erogazione dei fondi a Beppe Grillo nel 2022. I capigruppo alla Camera e al Senato hanno difeso la trasparenza delle operazioni finanziarie enfatizzando l’assenza di irregolarità nella gestione dei fondi pubblici, cercando così di mantenere saldo il fronte interno su questo delicato aspetto.