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Dati rubati, perché Renzi e La Russa sono rimasti coinvolti nel dossieraggio?

L’inchiesta vede indagato Enrico Pazzali, presidente di Fiera Milano, per una presunta associazione a delinquere finalizzata alla creazione di dossieraggi illegali su imprese e volti noti

Nel mirino del dossieraggio con dati rubati alle banche dati emergono nomi di spicco della politica italiana: Ignazio La Russa, suo figlio Geronimo e l’ex premier Matteo Renzi. Queste personalità si trovano al centro di un’inchiesta che vede indagato Enrico Pazzali, presidente di Fiera Milano, per una presunta associazione a delinquere finalizzata alla creazione di dossieraggi illegali su imprese e volti noti. Le intercettazioni rivelano la richiesta esplicita da parte di Pazzali di realizzare un report su Ignazio La Russa e sui suoi familiari, dimostrando l’intenzione di estendere le ricerche anche a Matteo Renzi.

Le reazioni dei coinvolti

Ignazio La Russa esprime stupore e disgusto per il coinvolgimento suo e dei suoi figli in queste pratiche illecite, sottolineando la sua estraneità ai fatti fino a prova contraria.

Il presidente del Senato Ignazio La Russa
Il presidente del Senato Ignazio La Russa | ANSA/ANGELO CARCONI – Retididedalus.it

Anche Matteo Renzi reagisce con forza all’accaduto attraverso i social media, denunciando una campagna violenta contro la sua persona e sottolineando l’importanza della privacy come diritto umano inalienabile.

L’indagine della procura

L’inchiesta coordinata dalla Dda di Milano mette in luce una rete criminale ben strutturata capace non solo di accedere illegalmente a dati sensibili ma anche vantarsi delle proprie connessioni con ambienti mafiosi e servizi segreti stranieri. Queste attività illecite sembrano avere lo scopo non solo dello spionaggio industriale ma anche quello più ampio dell’influenzamento delle dinamiche politiche ed economiche attraverso informazioni ottenute in modo fraudolento.

Coinvolgimenti estesi

Oltre ai nomi già citati, l’inchiesta rivela il coinvolgimento della giudice Carla Romana Raineri tra coloro che si sarebbero rivolti alla società Equalize per ottenere informazioni riservate. Queste rivelazioni gettano un’ombra sulle intersezioni tra il mondo giudiziario e le pratiche illegali nell’acquisizione dei dati.

Scenari preoccupanti

Le intercettazioni mostrano come gli arrestati fossero consapevoli del potenziale distruttivo delle informazioni in loro possesso: “Con i report che abbiamo noi in mano possiamo sputtanare tutta l’Italia“. Emergono dettagli allarmanti come la possibile intercettazione abusiva delle email del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella o le conversazioni riguardanti importantissime figure pubbliche italiane.

Queste vicende sollevano interrogativi profondissimi sulla sicurezza delle informazioni personali e sulla vulnerabilità dei cittadini davanti a reticoli criminali capacі dі manipolare dati sensibili per scopri propriamente illeciti. L’allarme lanciatо da Matteо Renzi sulla necessità dі imporre limitі rigorosi alle intercettazionі abusive е аlle pubblicazionі illegаlі trova qui un fondamento preoccupante ma solidо nella realtà degli eventі descritti dall’inchiesta milanese.

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