La Casa Reale ha comunicato ufficialmente che il sovrano presiederà una riunione presso il centro di comando dell’Unità militare dell’esercito (Ume)
In seguito alle accese proteste verificatesi ieri a Paiporta, che hanno visto coinvolti re Felipe VI e la regina Letizia insieme al premier Pedro Sanchez e al governatore di Valencia, Carlos Mazon, durante la visita nelle aree maggiormente devastate dall’alluvione in Spagna, si è reso necessario un cambio di programma nell’agenda ufficiale del monarca. Una decisione presa per rispondere con immediatezza e concretezza alle esigenze della popolazione colpita dalla calamità.
La Casa Reale ha comunicato ufficialmente che il re Felipe VI presiederà una riunione presso il centro di comando dell’Unità militare dell’esercito (Ume) situato a Torrejon de Ardoz (Madrid). Questo cambio d’agenda riflette la volontà del sovrano di prendere parte attiva nella gestione dell’emergenza e nel coordinamento degli aiuti. Nonostante l’accoglienza ostile ricevuta a Paiporta, con lanci di fango e oggetti contro la delegazione ufficiale, le parole del monarca “lo Stato in tutta la sua interezza è e sarà presente” nei comuni devastati dalle alluvioni hanno trasmesso un messaggio chiaro: nessuno sarà lasciato solo a fronteggiare questa tragedia.
La visita dei monarchi spagnoli nelle località più colpite dall’alluvione era stata organizzata per esprimere vicinanza e solidarietà alle famiglie vittime della catastrofe. La scelta di recarsi personalmente a Paiporta e Chiva, considerate il ‘ground zero’ delle aree devastate dalla Dana, dimostra l’impegno diretto dei reali nel voler comprendere l’entità dei danni e nel sostenere gli sforzi di recupero.
Nonostante fosse stata sconsigliata per motivi di sicurezza da fonti governative citate da vari media iberici tra cui El Pais, questa mossa ha evidenziato il desiderio dei sovrani di non restare distaccati dalle difficoltà dei loro concittadini.
Il sindaco di Aldaia, Guillermo Lujan, ha fornito un aggiornamento sulla situazione nel suo comune alla televisione nazionale Tve. Grazie agli sforzi profusi per drenare l’acqua dal parcheggio del centro commerciale Bonaire si intravede una speranza che possa ridimensionarsi l’impatto della tragedia annunciata. Contrariamente a quanto temuto inizialmente non si tratta infatti di migliaia veicoli sepolti dal fango ma soltanto venti veicoli identificati senza vittime rilevate fino ad ora.
Nonostante ciò Lujan rimane cauto sul numero possibile dei dispersi segnalando che finora sono state registrate 6 vittime nel suo comune. “Aldaia è un paese distrutto“, ha dichiarato preoccupato il sindaco evidenziando come oltre alla perdita delle case sia necessario avviare operazioni massicce di pulizia prima ancora poter pensare alla ricostruzione.
Questo scenario complesso richiede una risposta coordinata ed efficace da parte delle autorità locali e nazionali così come un impegno costante nella solidarietà da parte della società civile spagnola ed internazionale.
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