Margot Sikabonyi, nota nella serie “Un medico in famiglia”, ha condiviso un racconto profondo e personale della sua vita.
Nonostante il successo prematuro che l’ha investita all’età di 15 anni, l’attrice ha rivelato di non aver provato gioia nei momenti di trionfo. In un’intervista con Candida Morvillo, ha spiegato le sue lotte interne e le sue fughe, cercando un’identità lontano dai riflettori.
Margot Sikabonyi è diventata famosa all’età di 14 anni, interpretando il personaggio di Maria, nipote di Lino Banfi nella popolare serie italiana “Un medico in famiglia”. Questo ruolo ha segnato la sua vita, poiché ha continuato a recitare nello show fino all’età di 31 anni. Tuttavia, dietro il sorriso della sua Maria, si nascondeva un turbinio di emozioni e ansie. L’attrice ha raccontato delle sue crisi esistenziali, di viaggi che l’hanno portata lontano, come a Parigi e alle Hawaii, in cerca di un significato. Una stagione, lei stessa dichiarava: «Mi sono avvicinata alla natura, sentivo l’energia delle isole, quel calore che curava il mio animo». Nel suo percorso di scoperta, si è allontanata da una carriera che le stava diventando stretta: «Il mio rapporto con Maria è stata una sorta di crescita personale, il ruolo mi ha spinto a riconoscere chi ero». Ora, guarda indietro con affetto, ricordando fin dove è arrivata per comprendere se stessa.
Il successo di “Un medico in famiglia” ha rappresentato una spada a doppio taglio per Margot. Mentre tutto il pubblico la considerava una star, dentro di sé l’attrice si sentiva fuori luogo, avvolta nella sindrome dell’impostore. Il momento in cui le è morta la figura paterna ha lasciato un segno profondo in lei mentre cresceva sotto i riflettori: «Ero una ragazzina e il mio mondo di amicizie si è ridotto. La solitudine era un’ombra che non mi abbandonava». Questo periodo difficile ha contribuito a radicare in lei la sensazione di non meritare l’attenzione e i complimenti che riceveva. Mentre gli adulti la lodavano, altrettanto pochi si accorgevano del tumulto emotivo che affrontava. «Mi sentivo circondata da falsità, mentre cercavo risposte esistenziali in un ambiente che sembrava brillare senza realmente illuminarcela» – racconta. Il set che doveva rappresentare un luogo di crescita e gioia si è trasformato, troppo spesso, in una gabbia dorata.
A volte, il destino gioca in maniera inattesa e Margot Sikabonyi è la prova vivente di quanto il caso possa influenzare il corso di una vita. Iniziò a recitare quasi per gioco, accompagnando un’amica a un provino, scoprendo così di avere un talento innato. «Mi capitò quasi per sbaglio e mi resi conto che il palcoscenico era casa mia», racconta. La sua carriera esplode dopo il debutto in “Un medico in famiglia”, ma ogni nuovo set porta con sé anche nuove esperienze, che si intrecciano con i ricordi del suo percorso di crescita. La prima volta con un bacio in scena fu traumatica: «Ero terrorizzata, nulla poteva prepararmi per quel momento. E, in seguito, mi ritrovai ad innamorarmi di Pietro Sermonti, il ‘medico’ del set. È stato un mix di passione e confusione». La recitazione per lei, però, non era solo un lavoro; era la tela su cui disegnare la propria identità.
Tomando in considerazione il peso del suo successo, Margot si è ritrovata a fuggire dalla pressione di una vita pubblica. «La prima fuga è stata un tentativo di studiare recitazione a Parigi, a 18 anni. Volevo capire se ero davvero un’attrice», spiega. L’amore per il teatro si frantumava con la richieste del produttore Carlo Bixio di tornare nella serie. Per l’attrice, la recitazione divenne un serpente che cozzava con il suo bisogno di libertà. Ogni nuovo viaggio le ha permesso di reinvenzionarsi, dalle Hawaii, dove ha trovato la libertà nel surf, fino a Vancouver, dove ha frequentato una scuola di cinema. Ma queste esperienze di viaggio erano un cerchio da cui non riusciva a scappare così facilmente. La sua lotta l’ha portata a dover affrontare la realtà del mondo dello spettacolo, che continuava a chiamarla in maniera insistente.
Quando Margot ha scoperto di essere incinta, ha preso una decisione radicale: «Ho capito che le emozioni che vivevo in scena non erano compatibili con la maternità. Così, abbandono del tutto “Un medico in famiglia”». Trovarsi in un nuovo ruolo, quello di madre, l’ha portata a una nuova dimensione di sé stessa, mentre cercava stabilità anche in mezzo al caos emotivo. L’attrice ha scritto un libro dal titolo evocativo, “Lara vuole essere felice – Romanzo zen”, nel quale condivide un percorso di vita dedicato alla ricerca della felicità intrinseca.
Attraverso meditative esperienze e interazioni con figure come sciamani, ha cercato di connettersi con il corpo e la natura. Questa esperienza di scrittura, riflessione e trasformazione personale l’ha portata, infine, a un incontro mistico che ha cambiato la sua vita, lasciando un’impronta eterna su di lei. Margot Sikabonyi si presenta ora come un’anima rinata, portatrice di storie e di lezioni. Ha abbracciato il suo passato per costruire un futuro luminoso, dove la vera felicità è il suo obiettivo primario.
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