Questa decisione rappresenta un importante cambiamento nella politica sanitaria italiana, mirando a colmare una lacuna normativa da tempo criticata
Mercoledì 6 novembre, il Senato italiano ha segnato un momento storico approvando all’unanimità una legge che garantisce il diritto all’assistenza sanitaria, inclusa la scelta del medico di base, alle persone senza fissa dimora che vivono regolarmente nel Paese. Questa decisione rappresenta un importante cambiamento nella politica sanitaria italiana, mirando a colmare una lacuna normativa da tempo criticata.
La proposta di legge è stata presentata dal deputato Marco Furfaro del Partito Democratico (PD), con l’intento esplicito di risolvere una problematica che ha lasciato indietro circa 100mila persone in condizioni di vulnerabilità. Fino ad ora, per accedere ai servizi del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), era necessario indicare un indirizzo di residenza, requisito impossibile da soddisfare per chi non possiede una dimora fissa.
Prima dell’approvazione di questa legge, le persone senza fissa dimora potevano ricevere solo assistenza d’emergenza nei pronto soccorso.
Tutti gli altri servizi essenziali forniti dal SSN rimanevano fuori dalla loro portata. Alcune soluzioni temporanee prevedevano l’iscrizione all’anagrafe mediante indirizzi fittizi forniti da associazioni o comuni, ma questa pratica non era universalmente nota né accessibile a tutti.
Il successo dell’iniziativa legislativa si deve anche al sostegno e alla perseveranza delle associazioni che si occupano dei diritti delle persone senza dimora. Tra queste spicca l’associazione Avvocato di strada, guidata da Antonio Mumolo. Dal 2001 questa organizzazione offre assistenza legale gratuita alle persone senza fissa dimora e ha giocato un ruolo cruciale nella promozione della nuova legge. Mumolo aveva già tentato in passato di introdurre misure simili a livello regionale e nazionale con successi parziali fino al recente traguardo.
La nuova legislazione prevede la creazione di un fondo annuale da un milione di euro per il biennio 2025-2026 destinato a finanziare un programma sperimentale nelle 14 città metropolitane italiane. Questo programma mira a testare efficacemente le modalità operative della legge sul campo, assicurando che le persone senza fissa dimora possano effettivamente accedere ai servizi sanitari essenziali previsti dai Livelli Essenziali d’Assistenza (LEA).
L’approvazione della legge rappresenta quindi non solo una vittoria legislativa ma anche un significativo progresso verso l’inclusione sociale e sanitaria in Italia. Garantendo il diritto alla salute anche alle fasce più vulnerabili della popolazione, lo Stato compie un passo importante verso la realizzazione effettiva dei principi fondamentali su cui si basa il sistema sanitario nazionale: universalità ed equità nell’accesso alle cure mediche.
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