Eleonora Daniele, ha deciso di affrontare un tema delicato e attuale: la salute mentale, attraverso il suo libro “Ma siamo tutti matti?”.
L’opera nasce da una chiara esigenza di dare voce e visibilità a chi combatte quotidianamente con il disagio mentale. In un’intervista a Gianluca Nicoletti su La Stampa, Daniele ha rivelato i motivi che l’hanno portata a scrivere questo libro e come la sua storia personale abbia influenzato questa scelta.
Il legame tra Eleonora Daniele e sua madre emerge chiaramente nelle sue parole. La conduttrice racconta come la figura materna sia stata un pilastro fondamentale nella sua vita. “A mia madre la forza è stata data dalle battaglie quotidiane” – afferma – “mentre si occupava di mio fratello e degli altri ragazzi come lui.” Queste battaglie quotidiane, anche per ottenere un semplice trasporto o supportare le piccole esigenze di suo fratello, hanno segnato profondamente Eleonora. La madre, senza mai alcun senso di vergogna, affrontava queste difficoltà, e Daniele ha deciso di trasmettere questo esempio di resilienza. Secondo la conduttrice, parlarne è cruciale: “In pochi lo fanno volentieri”, spiega, “ed è quindi fondamentale farlo per chi si trova in simili situazioni.”
Il percorso di Luigi, un fratello speciale
La storia di Luigi, il fratello di Eleonora, rappresenta un altro tema centrale nel libro. Luigi ha vissuto con una neurodivergenza che ha complicato la sua vita e quella della famiglia. “Dopo Basaglia”, afferma Daniele, “non c’è mai stata una rete di strutture adeguate.” Questo significa che la responsabilità ricade spesso sulle famiglie da sole. “Il libro l’ho scritto per chi vive la stessa realtà che ho vissuto io”, dichiara, con l’intento di sostenere e dare voce a queste famiglie che affrontano ogni giorno difficoltà enormi.
La narrazione di Luigi non è solo una semplice biografia; è un inno alla lotta e alla perseveranza. La conduttrice ricorda con affetto i momenti trascorsi con il fratello nel reparto psichiatrico, dove spesso si trovava sottoposto a tranquillanti, un aspetto che ha influenzato profondamente la sua percezione del disagio mentale.
Non una semplice denuncia
Eleonora Daniele non intende presentare il suo libro come un manifesto di denuncia, ma come un’opportunità per avviare un dialogo costruttivo su una tematica così delicata. “Ho voluto lanciare un tema doloroso in maniera costruttiva”, spiega, sottolineando che le storie del libro non narrano solo le esperienze delle famiglie, ma includono anche le voci dei medici in prima linea. La conduttrice desidera quindi rendere omaggio a coloro che si trovano a gestire quotidianamente la malattia mentale, spesso senza il supporto necessario. “Tra le dieci storie che racconto”, afferma, “ci sono anche quelle di professionisti che lavorano duramente per affrontare queste sfide.” L’obiettivo è quindi di accrescere la consapevolezza e il dialogo su un argomento spesso trascurato, incoraggiando una riflessione collettiva su come la società possa meglio sostenere e comprendere chi vive quotidianamente il disagio mentale.